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Acciaio e poesia: un arabesco di corti georgiani
Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso quattro cortometraggi che ci trasportano nella Georgia occupata dai sovietici. La selezione dei corti e il loro ordine sono un valore aggiunto di non secondaria importanza. Ad accomunare tutti questi lavori è un uso originale del montaggio sonoro, spesso asimmetrico rispetto all’immagine, o comunque manipolato per infondere emotività e significato alle opere. Gran parte del fascino e del significato che queste opere trasmettono è dovuta alla dialettica che si instaura fra esse. Potremmo ad esempio notare come alla progressione temporale, all’avvicinamento alla fine dell’URSS, coincida un atteggiamento sempre più ottimista, sognante, espressivamente complesso. L’arte si sostituisce al sudore, sembra suggerirci questa rassegna su una cinematografia nazionale ancora tutta da ritrovare.