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Narrazioni ibride. “Sedimentos” e la rappresentazione della transessualità

Sedimentos, il film del regista spagnolo Adrián Silvestre, merita, per riprendere lo stesso titolo, di essere lasciato a sedimentare in noi, stimolando domande sulle rappresentazioni cinematografiche della transessualità e riflessioni sulla tendenza ad omogenizzare gruppi percepiti come marginali a discapito delle singole individualità. Il film di Silvestre, il secondo dopo il pluripremiato Gli oggetti dell’amore (2016), è una riflessione sulla possibilità di narrazioni ibride e stratificate, come i paesaggi attraversati dalle protagoniste, in cui finzione e realtà si mescolano e le identità dei personaggi sono complesse e diversificate.

“Potato Dreams of America” e la nuova cinefilia queer

Basato in parte sull’infanzia dello stesso regista, Wes Hurley, Potato Dreams of America adotta, fin dalla prima scena in cui Potato bambino “inquadra” i suoi genitori con un obiettivo costruito dalle sue dita, uno stile trasognato e costantemente meta-cinematografico, in cui tutto è rappresentazione e citazione. Le vicende del film sono continuamente filtrate attraverso riferimenti alla cultura pop e queer: dalla citazione di apertura di Quentin Crisp (che si dichiara americano fin da quando sua madre l’ha portato al cinema) al catalogo di maschi americani disponibili al matrimonio che entra in scena come i Village People fino a Freddy Mercury che gareggia iconicamente con Lenin.

Queer come ci piace. “As We Like It” e il gender bending shakespeariano

Le registe taiwanesi Cheng Hun-i e Muni Wei sfruttano il meccanismo di gender bending già presente nella commedia shakespeariana, a cui rimangono fedeli seguendo le diverse storie d’amore, ma radicalizzandola e adattandola alla condizione postmoderna dei nostri giorni sia per l’ambientazione che per lo stile. Infatti, le due autrici, di cui una è la fondatrice del gruppo teatrale femminista Shakespeare’s Wild Sisters Group (un omaggio al saggio di Virginia Woolf Una stanza tutta per sé), dedicano il loro film al bardo ma anche al patriarcato che ha escluso le donne dai palcoscenici elisabettiani.