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“Il dono” e i primi passi nel cinema del reale

A rivedere oggi Il dono sembra quasi di assistere ai primi passi di quello che è stato uno dei fenomeni (o delle avanguardie o delle tendenze, che dir si voglia) più segnanti del cinema italiano del nuovo millennio, di quella riscoperta dell’Italia, di quella rielaborazione dello sguardo documentario che si riconosceva (e in parte ancora oggi si riconosce) nel termine “cinema del reale”, quello delle pratiche documentarie più attente e consapevoli dell’immagine, quelle che sperimentano nuove strategie di autenticazione, in particolare attraverso una ricerca costante di nuovi intrecci tra la natura finzionale e quella documentale.

Viaggio al centro dell’universo. “Il Buco” e il cinema d’esplorazione

L’impresa condotta da Frammartino, che insieme alla sua troupe ha seguito fino in fondo l’esplorazione della grotta, spinge a riflettere sulle possibilità straordinarie del medium cinematografico come strumento d’indagine della realtà umana e naturale. Il prodigio scientifico raccontato ne Il buco è prima di tutto quello del film stesso: con l’ausilio di un mirabile comparto tecnico, Frammartino trasforma il Bifurto in una sinfonia audiovisiva di immersione sensoriale come raramente se ne vedono. Il fotogramma diviene insieme riproduzione e investigazione: mentre gli speleologi scrutano l’oscurità della caverna, Frammartino scandaglia l’immagine con i propri strumenti da regista.

Sinfonia radicale. “Il buco” e la reinvenzione del reale

La chiave di lettura che Frammartino decide di utilizzare è chiara: proporre un affresco dell’Italia del boom economico che vada in controtendenza e utilizzi l’esplorazione della grotta come metafora di una nazione spaccata a metà. Se all’epoca il nord era il grande protagonista, Il buco decide di esplorare il sud; se il flusso migratorio tendeva a nord, i protagonisti di questo film attraversano l’Italia nella direzione contraria; se, come viene mostrato in apertura, a Milano veniva costruito il grattacielo Pirelli, in Calabria si esplorava la grotta più profonda. Dall’alto al basso, da nord a sud, dal conquistare il cielo, al sondare la terra, dal mettersi in mostra e sovrastare, al nascondersi e allontanarsi, vivendo alla pari, in coesione col resto del mondo.