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“Boogie Nights”, quando tutto scompare

C’è qualcosa di epico nel cinema di P. T. Anderson, quella straordinaria capacità che è solo dei grandissimi di creare immagini così potenti da diventare indelebili, grazie ad una straordinaria capacità nel governare la macchina da presa e gli attori, nonché ad un mirabile uso della musica. Così momenti di cinema sublime nascono anche dalla forza della componente sonora: che sia il vorticoso soul jazz di Compared to What di Roberta Flack, mentre si infrangono sogni e si cerca di sniffare via il dolore, o i rintocchi ossessivi che scandiscono in musica un crescendo di tensione, fino a che omofobia e frustrazione deflagrano in violenza, oppure il pop leggero tipicamente anni ottanta di Jessie’s Girl di Rick Springfield, che esalta per antinomia il senso di delirio e paura in un’allucinante tentativo di rapina, tra droga, fucili a canne mozze e petardi lanciati in una stanza.