Francesca Divella
“Peccato che sia una canaglia” e la nascita della diva
Per Peccato che sia una canaglia furono gli sceneggiatori Flaiano e Suso Cecchi d’Amico a imporre la presenza della Loren al produttore, suo futuro marito Carlo Ponti, poiché “avrebbero scritto il film solo a patto che lo avesse fatto Sophia”. Ponti non era convinto, diceva “sono anni che gira per Cinecittà e non ha mai combinato nulla”, ma i due sceneggiatori puntarono sulle sue potenzialità. Ed ebbero anche un’altra intuizione molto azzeccata, quella di mettere accanto a Sophia un Mastroianni che faticava ancora a trovare la sua cifra di attore brillante nel mare magnum di un cinema prevalentemente drammatico e neorealista.
“Laggiù qualcuno mi ama” e la fragilità rivoluzionaria
Laggiù qualcuno mi ama è un film con cui Massimo Troisi, a settant’anni dalla sua venuta al mondo, torna al cinema per essere riascoltato, rivisto, per stare con il suo pubblico ancora una volta e per insegnarci che a volte anche la fragilità può esplodere come tratto umano capace di rivoluzioni silenziose, ma durature. L’universalità del suo messaggio insieme alla misura della sua poetica sono riportate a galla dalla intelligente costruzione martoniana capace di mescolare sapientemente immagini di repertorio, spezzoni di film, contributi televisivi e documenti inediti.