Continuiamo nel nostro viaggio dentro la filmografia di Greta Gerwig. Qui impersona Maggie, e ha le idee molto chiare: vuole avere un bambino. Non importa se non ha ancora trovato l’uomo della sua vita: c’è l’inseminazione artificiale a cui ricorrere. A un passo dal portare a termine il suo piano, Maggie incontra John, antropologo, aspirante scrittore, e si innamora. Maggie si ritrova quindi a essere parte di una famiglia allargata: ha una figlia da John, il quale ha già due figli dal suo precedente matrimonio con Georgette. Niente va come dovrebbe andare, Maggie avrà un piano di riserva?

Scritto e diretto da Rebecca Miller, basato su un racconto di Karen Rinaldi, Il piano di Maggie è una commedia romantica che rifugge però gli stilemi più classici del genere, in quanto evita accuratamente situazioni gratuitamente agrodolci o l’happy ending accompagnato da un motivetto orecchiabile in sottofondo. I personaggi principali del film sono ben delineati, a partire dalla Maggie del titolo, interpretata da una Greta Gerwig manipolatrice e goffamente spontanea al tempo stesso. Una donna assolutamente imperfetta, piena di incertezze, ma allo stesso tempo determinata a dare una direzione alla propria vita.

Ethan Hawke interpreta John, un uomo completamente schiacciato dalla personalità ingombrante della sua ex moglie, Julian Moore, alla quale non riesce a tenere testa. La Georgette interpretata dalla Moore è una donna eccentrica, colta, apparentemente forte. Ma dietro questa scorza d’indipendenza si nasconde in realtà una grande fragilità e il bisogno di avere accanto a sé un compagno. La sceneggiatura è intrisa di comicità: in diverse sequenze i dialoghi regalano momenti esilaranti, trattando il tema dell’innamoramento e dell’evoluzione dell’amore in maniera ironica, con spunti a tratti alleniani. Del resto il film è ambientato nella città alleniana per eccellenza: New York, dove tutto può succedere.

Ed è proprio partendo da questo presupposto che la Miller, mostrandoci l’intreccio imprevedibile di queste storie, afferma la totale inutilità di compiere pianificazioni: la vita è sempre pronta a sorprenderti con svolte inattese. Come diceva John Lennon: “La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi”. Questo non vuol dire che è inutile porsi degli obiettivi, ma semplicemente occorre imparare ad apprezzare anche i cambi di rotta che non avevamo previsto, cercando di trarne il meglio.