Non poteva mancare al Cinema Ritrovato una sezione dedicata alle grandi dive del Cinema muto italiano. Apre le danze l’appassionante La moglie di Claudio (1918) con Pina Menichelli nel ruolo della protagonista. La storia si ispira a un’opera teatrale di Alexandre Dumas figlio: Claudio Ruper è un uomo retto e intelligente, capace di inventare un potente cannone capace di porre fine a tutte le guerre. Sua moglie Cesarina è tutto l’opposto: corrotta e senza scrupoli, con un passato torbido che cerca di sedurre gli uomini che ha intorno per manipolarli. I due rompono: Claudio inizia a frequentare Rebecca, ragazza ebrea proba e generosa; Cesarina prima si allontana, poi si affilia ad una banda di malfattori allo scopo di rubare al marito i piani segreti dell’arma. L’unica altra persona a conoscerli è il giovane Antonino, rimasto orfano e cresciuto come un figlio da Claudio, ma che si è innamorato follemente di Cesarina. In una girandola di intrecci ed emozioni si arriva al tragico finale con la Menichelli che si mette in mostra nella sua notoria gestualità esasperata, il “menichellismo”.

Questo film segna l’ultimo capitolo della collaborazione tra la diva e Pastrone, qui con lo pseudonimo di Piero Fosco. Questo ultimo incontro ha dato vita a un’opera particolare, piena di tematiche forti e delicate: l’infedeltà, i figli nati da rapporti extraconiugali, forse addirittura aborti mascherati dal termine eufemistico di “convalescenza”. A  questo si mischia una sottotrama strana, forse più presente nell’opera di Dumas che non in questo adattamento, in cui il padre di Rebecca parte assieme a lei per riunire gli ebrei sparsi per i cinque continenti e fondare uno stato di Israele. La cosa particolare è che l’opera di Dumas figlio è del 1873!

Il film è stato splendidamente restaurato nel 2011 da l’Immagine Ritrovata con la collaborazione della Cineteca di Bologna e del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Purtroppo restano alcune parti mutile che non rendono del tutto comprensibili alcune parti della narrazione. Fortunatamente le parti iniziali e finali sono conservate e permettono di farsi un’idea chiara di quanto è accaduto e, cosa ancora più importante, di godere dell’emozionante finale.