Durante gli anni Novanta, De Palma firma due enormi successi, il gangester movie Carlito’s Way e il fortunatissimo action Mission: Impossible, destinato a costituire la pietra miliare di un franchise ventennale. Reduce da due pellicole con archi narrativi ampi e molteplici locations, non sorprende se la reazione di pubblico e critica al claustrofobico Omicidio in diretta, non fu esattamente entusiasta.                 

La storia abbandona sia il microcosmo delle strade di Carlito, che la grande Europa percorsa in lungo e in largo da Cruise, riducendo lo spazio dell’azione ad un palazzetto dello sport assediato da un uragano. Nicolas Cage, sorprendentemente efficace nei panni del logorroico poliziotto corrotto Rick Santoro, spera di assistere ad un buon incontro di boxe e portare a casa i guadagni di qualche scommessa, ma si trova invischiato in un complotto ai danni del Segretario della Difesa degli Stati Uniti. Mentre risale le fila della cospirazione aiutato dalla sua incredibile parlantina, Santoro finisce per scoprire una verità scomoda che lo pone davanti ad una drastica scelta.         

Nonostante non costituisca uno dei picchi dell’opera di De Palma, Omicidio in diretta risulta comunque interessante nella sua esplorazione dei rapporti umani, finendo per delineare un quadrato semiotico tracciato tra egoismo e amicizia, pubblico e privato. Dove la storia di Carlito gettava una luce romantica sul mondo della piccola criminalità, mostrandoci come al centro di un vortice di violenza possano sopravvivere uomini con dei principi, Omicidio in diretta illumina l’altra parte della barricata, rivelando un’immoralità equivalente se non superiore. Il mondo delle forze dell’ordine appare piagato da una corruzione onnipresente, e ognuno è disposto a dimenticare obblighi e legami pur di conseguire il proprio utile.

Se, a prima vista, la condanna da parte di Cage dell’amico traditore Kevin Dunne può sembrare un atto di patriottismo eroico, che subordina ogni legame personale alla patria e alla giustizia, le vere ragioni del gesto sono quelle che echeggiano in ognuno dei monologhi invasati del protagonista: il raggiungimento della fama e del definitivo plauso popolare, incarnato dalla carica di sindaco. Nel consegnare alle autorità il mandante dell’omicidio del Segretario della Difesa, Santoro riesce ad assicurarsi lo status di eroe pubblico propedeutico alla sua candidatura a sindaco, ma, come nel caso di Carlito, le cose non vanno per il verso giusto: i traffici illegali di Cage vengono rapidamente a galla, e, dove l’unica possibile conclusione per la parabola epica di Carlito è la morte, per il piccolo Nick Santoro la sconfitta prende il volto dell’esilio, l’abbandono di quel contesto sociale di cui aveva incessantemente cercato di ottenere l’approvazione.             

Riflessione amara sul difficile equilibrio dei rapporti umani, Omicidio in diretta è un action efficace, capace di guidare lo spettatore all’interno di un mondo di corruzione e complotti attraverso la performance di un Nicholas Cage in grande spolvero.