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“L’odore della notte” e del sangue secondo Claudio Caligari
Grazie a una regia che sa cosa vuole e a interpretazioni sanguigne e memorabili (attori all’epoca poco conosciuti, ma oggi tra i più rinomati in Italia), L’odore della notte è di un’intensità fisica ed emotiva pazzesca, ed è ricco anche di sequenze cult, come il sequestro in casa di Little Tony (nei panni di sé stesso) con Marco Giallini che lo obbliga a cantare Cuore matto, le suddette citazioni da Taxi Driver, e il dolente ferimento di Mastandrea, che si trascina a lungo nel suo sangue prima di svenire ed essere arrestato.
Claudio Caligari nel ricordo di Luca Marinelli
Il titolo provocatorio (Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari) del bellissimo film di Simone Isola (produttore) e Fausto Trombetta (giornalista) sul cinema e la vita di Claudio Caligari nasce da un confronto con Valerio Mastandrea, grande amico oltreché attore consacrato nella sua immagine di “faccia proletaria” da uno dei film del regista piemontese. Se c’è un aldilà sono fottuto era una frase di Caligari riportata nella lettera a Martin Scorsese, che Mastandrea inviò alla stampa nel 2014 per denunciare le difficoltà del regista a produrre i suoi film, e per aiutarlo a finanziare e promuovere quello che poi sarebbe stato il suo ultimo lungo, Non essere cattivo (2015).