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“Evviva Giuseppe”, racconto biografico tra cinema e poesia
Figlio del grande poeta e fratello minore del grande regista, Giuseppe ha imparato l’alfabeto dell’arte da loro e – senza copiare e senza odiare – ha sviluppato un modo originale di esprimersi combinando lettere e parole. L’amore per il cinema scoppia quando fa da aiuto regista a Bernardo in La strategia del ragno e smette di essere soltanto uno studioso e un militante. Di qui a Berlinguer, ti voglio bene e la scoperta e definitiva celebrazione della verve comica di Roberto Benigni il passo è breve. In un attimo siamo sul tetto di un palazzo, con Mario Cioni che dichiara il suo amore viscerale per Enrico Berlinguer e spiega che dovrebbe semplicemente andare in un salotto televisivo, salutare i presenti, salutare i compagni e gridare “via!” per dare il via alla rivoluzione. Qui siamo ben oltre la soglia della tachicardia.
Il Carosello di Luciano Emmer e la fine del grande cinema della réclame
L’arte di guardare, e capire, la massa come entità olistica si traduce in capacità di parlare il linguaggio del grande pubblico. Accattivarlo e dispensare consigli preziosi. Consigli per gli acquisti, s’intende. Per questo i ben 225 filmati da lui diretti (con la partecipazione di Dario Fo, Walter Chiari, Totò e altri ancora) restano un successo senza tempo. Il Carosello diventa il luogo della sperimentazione e della ricerca diegetica, il luogo in cui Emmer affina le tecniche del racconto breve quasi sempre declinato al contesto comico. E con le sue istanze di novità riesce a scardinare alcuni punti fermi della struttura canonica del Carosello: ne I gangster con Dario Fo per Agip Cortemaggiore, il celebre codino diventa quasi superfluo. Prendendo in prestito le definizioni teorizzate da Vladimir Propp, l’oggetto magico che conduce al ristabilimento dell’ordine iniziale è proprio il prodotto da pubblicizzare. E Dario Fo riesce a catturare i gangster solo grazie a un pieno di “AGIP SuperCorteMaggiore: la potente benzina italiana”.