Mariangela Carbone
“Utama” dal locale all’universale
Al suo esordio alla regia cinematografica, Loayza-Grisi dimostra un’insolita cura per i dettagli sonori, scegliendo strumenti musicali della tradizione andina, esasperandone però il suono per trasformarlo da semplice sottofondo a veicolo di inquietudine e angoscia. Unendo un profondo amore per il cinema (il paesaggio incorniciato dalla porta di casa potrebbe essere un’inquadratura di John Ford) all’esigenza della denuncia sociale, con grande sensibilità il regista boliviano ci mostra gli impatti catastrofici del cambiamento climatico sulla nostra Terra.
“Ninjababy” e l’emozione dell’umorismo
Pensare a Juno è inevitabile. Ma, a quasi quindici anni di distanza dal film di Jason Reitman, siamo di fronte a una versione “aggiornata” e più matura della vicenda: al posto di un’adolescente sostenuta dall’affetto di due genitori (qui del tutto assenti) pronti ad accompagnarla emotivamente durante la gravidanza cui seguirà l’affidamento del nascituro, troviamo una giovane donna che, seppur con tutta la confusione e l’irrequietezza dei suoi vent’anni, sa per certo che un figlio non lo vuole e rivendica il proprio diritto di rifiutare la maternità che la società vorrebbe imporle.