CinemAfrica, rassegna a cura dell’associazione studentesca Centro Studi Donati, raggiunge l’undicesima edizione. In collaborazione con la Cineteca di Bologna, la rassegna si svolge dal 21 al 23 ottobre al cinema Lumière. L’Africa mostra sempre volti diversi e in continuo mutamento. Non sono solo le guerre a sconvolgere il continente, ma anche lo sviluppo economico fortemente disomogeneo, la crescita demografica, l’invasione silenziosa delle grandi potenze occidentali e orientali. Interi popoli sono in viaggio, migrazioni senza fine, alimentati dalla speranza di trovare un luogo in cui rinascere e vivere in pace. Il cinema africano diventa testimone indispensabile, narrazione di nuove generazioni in cerca del loro futuro. Ogni film sarà introdotto da un ospite, il quale rimarrà in sala per un dibattito al termine della proiezione.

In programma:

HOPE (Francia – 2014) di Boris Lojkine. Il viaggio disperato di due giovani africani verso il Nord Africa e l’Europa, attraverso un’infinità di soprusi e di violenze. In quel mondo pericoloso e crudele i due imparano a sopravvivere e a farsi forza. Dalla mescolanza di emozioni e reportage nasce un film toccante e dolorosamente attuale, una storia di grande sofferenza e allo stesso tempo di speranza.

AYANDA AND THE MECHANIC (Sudafrica – 2015) di Sara Blecher. Una giovane donna, carica di energia, idee e buona volontà, decide di aprire un’officina nel garage ereditato dal padre. Nonostante il contesto le sia ostile, gli ostacoli non la spaventano. Inframmezzato da brevi e accattivanti sezioni animate, è un film vivace, fresco e moderno. Uno sguardo ottimista su un Sudafrica e su una generazione che vuole riscattarsi da un passato che pesa.

APPENA APRO GLI OCCHI – CANTO PER LA LIBERTÁ (Francia, Tunisia – 2015) di Leyla Bouzid. La diciottenne Farah ha una grande vitalità e ama cantare, ma la sua band canta le ingiustizie e le sofferenze del suo Paese e la voglia giovanile di resistere. Questo, nella Tunisia prerivoluzione, non può che portare seri guai: passione, incoscienza e desiderio di cambiamento sono fonti di pericolo e si pagano cari. Il viaggio di un’adolescente alla scoperta della vita e delle sue brutture, ma soprattutto un inno alla libertà e alla gioventù tunisina.

RUN (Costa d’Avorio – 2014) di Philippe Lacôte. Si chiama Run e nel nome c’è il suo destino: scappa da una vita all’altra, senza sceglierne nessuna. Il racconto della formazione di un giovane ivoriano, segnato dalla violenza, in un continuo andirivieni tra il passato e il presente. Un film fuori dagli schemi, che attraverso un realismo magico riesce a mostrare personaggi e lati oscuri di un Paese in crisi.

MORBAYASSA (Francia, Guinea – 2014) di Cheick Fantamady Camara. Una madre alla ricerca della propria figlia data in adozione 17 anni prima. Alle spalle una vita di prostituzione e di violenze, adesso tanta paura di rinascere. Difficile cancellare questo timore, così come convivere con il senso di colpa nei confronti di un’adolescente che non capisce – e forse, legittimamente, non può capire – un abbandono precoce. Grande interpretazione della cantante e attrice Fatoumata Diawara.

WATATU (Kenya – 2014) di Nick Reding. Due amici che non si vedono da tempo si ritrovano in città, scoprendosi casualmente vicini di casa. I rapporti di vicinato tra le rispettive famiglie non sono dei migliori e loro stessi si scontrano con pregiudizi e razzismo. Poi, d’un tratto, il film diventa teatro, e lo spettatore può scegliere un finale diverso. Lungometraggio dalla struttura originale e dalle tematiche attuali, unisce divertimento e riflessione in modo mirabile.

L’ORCHESTRA DEI CIECHI – L’orchestre des aveugles (Marocco, Francia – 2014) di Mohamed Mouftakir. Siamo in Marocco e l’orchestra dei ciechi è in realtà un gruppo di musicisti uomini costretti a fingersi ciechi per partecipare alle feste riservate alle donne. Il piccolo Mimou vive in un mondo pieno di desideri ma presto sarà costretto a scontrarsi con disillusioni e fallimenti. Cultura e tradizioni marocchine nei primi anni del regno di Hassan II. Morocco.

WE COME AS FRIENDS (Austria, Francia, Sudan – 2014) di Hupert Sauper. Un documentario sulla lotta contro lo sfruttamento delle risorse e sul neocolonialismo, girato in Sudan nel periodo del referendum del 2011 che ha portato alla separazione del Sud Sudan. Con un piccolo aereo e tanta determinazione il regista indaga su coloro che dicono di andare in Sudan, e in Africa, “come amici”. Un’opera d’arte con una motivazione profondamente politica, premiata al Sundance Film Festival e al Festival di Berlino nel 2014.