Tra i film in competizione per il Platinum Grand Prize del Future Film Festival troviamo The Road Called Life, opera seconda del “collettivo artistico” coreano composto da Ahn Jae-Hoon e Han Hye-jin dello Studio MWP. Pellicola dai toni malinconici, racconta, attraverso lo sviluppo di tre storie diverse, le fasi della vita dell’uomo: nascita, vita e morte. I tre episodi sono adattamenti animati di racconti appartenenti alla tradizione coreana When the Buckwheat Season scritto da Yi Hyo-seok, Spring Spring, scritto nel 1935 da Kim Yu-jeong e A Lucky Day scritto da Hyun Jin-geon.

Ad aprire il film è When the Buckwheat Season. La storia ha inizio presso il mercato di Bongpyeong in cui due anziani venditori ambulanti, Heo Saeng-Won e Jo Seon-Dal, una volta finiti i loro affari, decidono di andare a coricarsi nella taverna del paese, prima di rimettersi in viaggio verso il successivo bazar. Nella taverna incontrano un altro mercante, Dog-I, molto più giovane di loro, che si sta intrattenendo con una delle ragazze del locale. Heo, imbestialito dal comportamento assolutamente fuori luogo del ragazzo, lo rimprovera costringendolo ad andarsene perché troppo giovane per un simile comportamento. Successivamente i tre si trovano a viaggiare insieme, un viaggio notturno, attraverso i campi dei fiori di grano saraceno appena sbocciati, che stimolano nella mente di Heo antichi ricordi e un amore passato perduto. Il racconto del mercante trova una particolare corrispondenza con la storia del ragazzo, il quale confessa di non aver mai conosciuto il suo vero padre. Tra un corso d’acqua e l’altro e la brezza notturna che trasporta il profumo dei fiori di grano, viene svelato il particolare legame fra i due personaggi, una vita che ritrova la sua origine e quindi il suo passato.

Il secondo episodio, Spring Spring, è costruito secondo un particolare codice narrativo, per niente semplice da rendere con l’animazione. Si tratta del racconto in prima persona di un contadino che accetta di lavorare, senza salario, per un proprietario terriero al fine di riuscirne a sposare la figlia, Jeom-soon. Tuttavia il vecchio padrone, ogni volta che il contadino incalza la richiesta del matrimonio, risponde sostenendo che la figlia è ancora troppo giovane per sposarsi e che si debba aspettare ancora qualche anno. Il tempo passa e il contadino diventa sempre più impaziente cominciando ad inventarsi qualsiasi stratagemma per poter accorciare i tempi per il matrimonio. La storia presenta una serie di buffe schermaglie tra il contadino e il suo futuro suocero raccontate in un continuo gioco di flashback alternati al tempo presente della narrazione. Episodio che racchiude lo scorrere della vita, il duro lavoro nei campi per il sostentamento e il crearsi una famiglia per la continuazione del proprio essere nel mondo.

Terzo e ultimo racconto A Lucky Day, presenta la vita di un guidatore di risciò, Kim, che lavora senza sosta per curare la moglie gravemente malata. Un giorno, nonostante le preghiere della moglie di restare a casa, Kim si reca al lavoro ugualmente. Sembra una giornata estremamente fortunata, vista la somma di denaro guadagnata, tuttavia, lungo la strada del ritorno la sua mente si riempie di dubbi e paure, le sue gambe si fanno pesanti tanto che sembrano voler far tardare il suo rientro a casa. Angoscia e tristezza per la consapevolezza di una tragica sorte che pende sulla vita dell’uomo. Lo stile grafico dell’animazione presenta l’uso di colori tenui e l’appiattimento delle immagini creano così una narrazione visiva molto fluida regalando allo spettatore sia scene realistiche che suggestioni pittoriche.

The Road Called Life, lo si potrebbe definire come una grande metafora sulla vita in cui non mancano tutti gli ingredienti principali dell’animazione coreana, come il continuo richiamo ai valori tradizionali e il tema della “contrapposizione” tra presente e passato, come si evince dalle storie dei mercanti. Tra infanzia ed età adulta, passaggio delicato che avviene nella vita di tutti e che si deve attendere, come il contadino nella seconda storia che aspetta la maturazione della sua sposa. Infine tra città e campagna e quindi rispettivamente tra la modernità e la tradizione in cui molto spesso quest’ultima soccombe all’altra.

Valentina Ceccarani