Come tutti gli appassionati sanno, Morando Morandini se n’è andato sabato a Milano, all’età di 91 anni. Abbiamo pensato molto a come omaggiarlo. Poi abbiamo letto il ricordo biografico di Lorenzo Pellizzari, che con Morando ha spartito molte esperienze critiche e di vita, per non parlare di quelle editoriali, e che ci ha dato l’autorizzazione a pubblicare il suo epitaffio, da amico, collega, studioso, curatore di opere e collega di iniziative culturali. 

RICORDO DI UN AMICO
17 OTTOBRE 2015
Muore a Milano, all’età di 91 anni, Morando Morandini, nato nella stessa città il 21 luglio 1924 ma cresciuto a Como. Dopo l’esordio come giornalista professionista e critico cinematografico nel 1947 sul cattolico L’Ordine, esercita sul reazionario La Notte dal 1952 al 1961 (con tanto di invenzione delle famose stellette e dei giudizi in pillole), sul progressista quanto effimero Stasera nel 1961-’62, sul democratico Il Giorno dal 1965 al 1998 (dapprima come critico televisivo), ma è sempre se stesso senza soluzione di continuità, il Morando destinato a sublimarsi dal 1998 in Il Morandini, quel Dizionario del film (e poi anche delle serie tv) con il quale i più lo identificano: più di uno strumento di consultazione e di informazione, una guida non asettica alla formazione di una coscienza critica.  Di lui si potrebbe ricordare la fondazione della cinefila rivista Schermi (1958-1961), la direzione dell’innovativo festival Anteprima di Bellaria (1984-1987 e poi 2002-2005), la curiosa collaborazione a Duellanti (dal 2003), l’ideazione a Levanto nel 2004 del piccolo e familiare Laura Film Festival, in onore della simbiotica moglie appena scomparsa. Restano (in tutti i sensi) i libri: il preveggente Il nuovo cinema francese (1964), i Castori dedicati a due registi diversamente amati: John Huston (1980 e 1995) e Ermanno Olmi (2009), la singolare autobiografia “metodologica” Non sono che un critico (1995 e 2003), volendo la Storia del cinema redatta con Goffredo Fofi e Gianni Volpi nel 1988. Teneva a essere ricordato come attore in Prima della rivoluzione (Bertolucci, 1964), ma lo vediamo come se stesso, suadente quanto fermo, anche in Remake (Giannarelli, 1987) e nei documentari che gli sono stati recentemente dedicati: Morando Morandini non sono che un critico (2009) di Tonino Curagi e Anna Gorio e Je m’appelle Morando – Alfabeto Morandini (2010) di Daniele Segre. Le Lune, che vantano un’antica frequentazione, ricordano con particolare affetto la sua partecipaziione a Ring!, ove fu festeggiato nel 2004 anche con la pubblicazione di Il Morandini televisivo, raccolta a cura di Lorenzo Pellizzari dalla rubrica “Telering” di Il Giorno (1966-1976). Era un contributo a un aspetto poco ricordato della sua vasta attività. Ne riportiamo un brano: “Ciò che colpisce di Morandini è il fatto di essere altamente presente, un critico fervido e partecipe, capace di essere perfido come perfìdo. […] Colpisce la presenza civile del recensore, l’uso politico che egli compie del prodotto, pur nel rispetto dell’obiettività, pur senza quasi mai trascendere: colpisce, appunto, con calma olimpica e un tot di indignazione quando necessario”. Ciao, Morando, e un abbraccio a Lia, Luisa e soprattutto Paolo.