Alle 19 in Biblioteca Renzi Renzi, ci sarà la resentazione del libro Lessico del cinema italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita a cura di Roberto De Gaetano (Mimesis 2015). Saranno presenti Roberto De Gaetano, David Forgacs e Roy Menarini.
Jean-Luc Godard ha detto che il cinema italiano è stato grande, perché la “lingua di Ovidio e Virgilio, di Dante e Leopardi è affluita nelle immagini”. Il Lessico del cinema italiano (Mimesis Editore), un’opera in tre volumi curata da Roberto De Gaetano, è animato internamente da questa idea. La sua ambizione è quella di rileggere in forma nuova la tradizione cinematografica italiana, da un lato svincolandola da uno sguardo meramente storico-filologico, dall’altro inserendola nel grande alveo della cultura e dell’estetica nazionale. Il primo volume, che qui presentiamo, si compone delle prime sette voci: Amore (De Gaetano), Bambino (Morreale), Colore (Venzi), Denaro (Bruno), Emigrazione (Coviello), Fatica (Villa), Geografia (Zucconi). Come spiega De Gaetano: ” Se c’è un dato che possiamo individuare come specifico della tradizione cinematografica italiana, è la sua profonda relazione con la “realtà”, in un’adesione al presente così radicale che spesso è sfociata in una sorta di anticipazione di avvenimenti futuri, da Todo modo a Habemus Papam. Tuttavia la realtà è una nozione complessa, suscettibile di interpretazioni e letture differenti, che sostituirei con una più precisa: l’orizzonte di vita, in primo luogo ordinaria e comune”.

Nell’introduzione di De Gaetano, sono numerosissimi gli spunti dedicati a come si può studiare la storia del cinema italiano. Scartando la semplicistica nozione di identità (almeno non in senso puramente acritico), è interessante – secondo l’autore – chiedersi perché il cinema italiano abbia narrato un modo di essere e una rappresentazione invece che un destino comune. Dal neorealismo al cinema d’autore, dal cinema fascista a Nanni Moretti, possiamo riattraversare le fasi principali della produzione nazionale come “frattura decisiva tra le forme del sentire e quelle dell’azione”. Qui un approfondimento sul volume uscito sulla rivista “Scenari”. Qui un’intervista al curatore. Per tutte le altre informazioni, editori e curatore hanno avuto una bellissima idea: quella di dedicare all’opera un sito, cui rimandiamo per ulteriori approfondimenti.