Nel 1908 esiste ancora l’Impero Ottomano, viene fondata la General Motors, l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe annette Bosnia ed Erzegovina, Pu Yi diventa Imperatore a due anni, nasce Il Corriere dei Piccoli. In Portogallo, il Re Carlo di Braganza viene ucciso in un attentato repubblicano. Nello stesso paese, l’11 dicembre – ma a Oporto – nasce Manoel de Oliveira.
La sua vita è talmente lunga che sembra ovvio parlarne al presente, come si fa con personaggi leggendari di cui viene attualizzata la memoria. La morte a 106 anni non può cogliere impreparato nessuno, tanto meno i cinefili. Una vita artistica esemplare, vissuta pienamente fino all’ultimo, con una filmografia da strabuzzare gli occhi, non fosse per il fatto che – per esempio – dopo il compimento dei 90 anni, De Oliveira ha girato 15 film. Mentre Cinefilia Ritrovata comincia da subito l’appello per una retrospettiva completa itinerante che tocchi – titolo per titolo – tante città italiane, ritiene d’altro canto impossibile dire qualcosa di sensato e profondo sulla sua opera. Rimandiamo a Bruno Roberti e alla sua ricca voce Treccani, alla relativa bibliografia, a Jonathan Rosenbaum e a quel che aveva scritto su “Film Comment” per i 100 anni del regista, a Ronald Bergan sul “The Guardian”, al bellissimo saggio che Victor Erice scrisse sull’autore portoghese, e a tutto quello che uscirà a breve ovunque, su web e su carta. Leggeremo a occhi lucidi.