Bombetta, baffi, bastone. Non serve aggiungere altro per evocare in chiunque l’immagine di Charlot, alias Charlie Chaplin. Nell’incontro Dossier le mystère Léger, Adriano Baccilieri e Cecilia Cenciarelli hanno presentato oltre 40 tavole provenienti da una storica collezione, ora in parte smembrata, formatasi a Parigi tra il 1910 e 1940 ad opera dell’italiano Carlo Alberto Favaretto, docente di economia alla Sorbona e amico di molti artisti e intellettuali dell’epoca. Con l’avanzata nazista il professore tornò in Italia, rimpatriando anche le numerose opere collezionate. Particolarmente numerosi e significativi sono i disegni del pittore Fernand Léger, del quale è noto il rapporto artistico e personale con Chaplin, oggetto in queste tavole inedite di una straordinaria ricerca espressiva. Chaplin e le Avanguardie dell’Arte europea si relazionarono in maniera unica, inconsueta.

Sul finire degli anni’40, quando la sua vita privata e le idee politiche divennero d’interesse mediatico e la stampa lo tacciò di immoralità, l’intellighenzia del vecchio continente si unì per rivendicare la libertà del genio Charlie Chaplin. Nelle semplici gesta del suo vagabondo, le Avanguardie avevano individuato un idolo della modernità. Il corpo di Charlot è un pupazzo, il volto una maschera, che sfida la tradizione comica, l’autorità e incarna un desiderio di anarchia; e quando la realtà è troppo amara, Charlot come i surrealisti, sogna.

Gli oggetti, come in un ready made dadaista, assumono un nuovo significato e divengono esponenti di una propria poetica, basti pensare alla sveglia de L’usuraio o alle forchette de La febbre dell’oro. Léger viene solitamente affiancato ai nomi di Picasso e Braque, ma lui più che cubista fu tubista, per la tendenza ad arrotondare. Nelle opere della collezione assistiamo alla frantumazione dell’immagine di Charlot, al suo sintetizzarsi, astrarsi. Questi bozzetti sono attualmente al vaglio di molti studiosi di Léger, ma grazie a quest’incontro abbiamo potuto sbirciare il prezioso contenuto di questo “scavo archeologico” appena iniziato.

Il padre del ‘900 artistico, Cézanne, auspicava di essere un primitivo dell’era moderna; il professor Baccilieri ha ricordato che Chaplin,  l’attore-maschera, è proprio questo.

Beatrice Caruso