Con Champagne (1928 it. Tabarin di lusso) ci avviamo verso l’epilogo della rassegna dedicata ai muti di Hitch che ha saputo sorprendere gli spettatori nell’arco della lunga settimana dedicata al Cinema Ritrovato. Anche oggi, nelle sale del Cinema Jolly, abbiamo potuto vedere un Hitchcock inedito, più improntato verso la commedia, ma comunque più raffinato rispetto a The Farmer’s Wife (1928) dello stesso anno. Champagne vede per protagonista una giovane ragazza viziata, figlia di un miliardario americano, che vive una vita fatta di capricci e sprechi. Per darle una sonora lezione il padre finge di aver perso tutti i suoi averi e lei si ritrova così a dover guadagnare da vivere lavorando come entraîneuse in un locale. Tra gli altri personaggi non manca ovviamente il bel fidanzato nonché un misterioso e inquietante uomo baffuto che non mancherà di fare la sua angosciante comparsa nel corso di tutto il film.

Se Champagne è tutto sommato un film molto leggero, non mancano scene decisamente drammatiche come quella del tentativo di stupro subito dalla ragazza, solo nel suo immaginario fortunatamente, da parte del misterioso uomo baffuto. La scena per quanto possa apparire soft ai nostri giorni era decisamente ai limiti per l’epoca, ma passò inaspettatamente la censura. Probabilmente la motivazione va ricercata nel fatto che la violenza viene solo immaginata e non avviene nella “realtà” degli avvenimenti del film. Eppure una scena del genere se paragonata anche a quella di Blackmail (1929) fa capire in pieno come una scena di violenza poteva, o meglio non poteva, essere rappresentato.

Il pubblico, che aveva lamentato in The Farmer’s Wife un’eccessiva tradizionalità nelle riprese, è stato questa volta soddisfatto: ritroviamo tante riprese degne del migliore Hitch, dalla scena guardata attraverso un bicchiere da champagne, che si ritrova all’inizio e alla fine del film nella solita composizione ad anello che ritroviamo spesso nei primi film del regista, alla telecamera che ondeggia a destra e a sinistra per simulare la situazione di una nave in tempesta. Divertente anche la scena in cui la telecamera simula la visuale del giovane amante della protagonista alle prese con il mal di mare. Sebbene nel complesso si tratti di uno dei film più deboli della produzione muta di Hitch, questo Champagne non ha deluso le aspettative, anzi alcuni degli intervistati, partiti prevenuti, si sono ricreduti nel corso dello svolgimento del film. Viene da sorridere pensando che l’unico negativo originale sia un ‘2nd neg’, come da dicitura sulla pellicola, ovvero un negativo contenente le scene di riserva da usare in caso di danneggiamento di quelle originali. Così, non potremo mai vedere esattamente il film come lo voleva Hitch. Il lavoro di restauro, seppur difficile, è stato comunque ottimamente svolto ed ha contribuito a ridare nitidezza al film. Nel corso del lavoro svolto dalla BFI, Champagne è stato sottoposto a processi di grading e restauro digitale per risolvere errori di continuità presenti nella vicenda e sistemare alcune dissolvenze non ottimamente completate nel negativo originale.

Non resta che attendere la giornata di domani per chiudere con The Manxman (1929) un straordinario viaggio alla scoperta della storia del cinema britannico ma anche del lato inedito del grande Hitchcock.

 

Yann Esvan