Cento anni sono passati da quando il cinema cambiava per sempre. Cabiria di Giovanni Pastrone ha segnato un’epoca ma ha anche modificato indelebilmente il modo di fare film. Senza Cabiria, Birth of Nation non ci sarebbe stato, così come probabilmente tutti i grandi colossal americani dal film di Griffith a oggi. In Cabiria l’immagine, come la storia, è in perenne movimento. La macchina da presa si muove sui carrelli, la storia viene intrecciata e manovrata da Gabriele D’Annunzio, che crea personaggi memorabili ispirandosi alla Roma del III secolo a.C. Così a Massimissa, Sofonisba, Annibale e Scipione l’Africano, si uniscono la piccola Cabiria, Maciste e Fulvio Axilla. Maciste in particolare, interpretato da Bartolomeo Pagano, è il personaggio che più rimarrà impresso nell’immaginario collettivo. Era il 2006 quando il Museo Nazionale del Cinema restaurava Cabiria, ma abbiamo dovuto aspettare otto anni per avere un’operazione del genere al Cinema Ritrovato. Questo spettacolo incredibile andrebbe portato in giro per il mondo. La partitura riscoperta, studiata e compensata da Timothy Brock è stupenda e ben curata, ma soprattutto ci permette di rituffarci completamente nell’atmosfera dell’epoca. Cosa avranno provato gli spettatori del 1914 di fronte a tanta inaspettata grandiosità? La pellicola originale è purtroppo andata perduta, ma del film sono circolate tante versioni. Proprio a partire da queste il Museo Nazionale del Cinema ha dato vita ad una versione di 169’ che è stata proiettata ieri. Al film vero e proprio è stata aggiunta l’ouverture inserita nella versione sonora del film, la Sinfonia del fuoco cantata dal coro del Teatro Comunale di Bologna. Alla fine siamo tutti tornati a casa soddisfatti, forse in attesa ancora più trepidante per un’edizione in DVD.

 

Yann Esvan