Con Pleasure Garden (1926) inizia ufficialmente la rassegna dedicata ai muti di Alfred Hitchcock. Il Cinema Jolly ha dato il via alle danze con un grande riscontro di pubblico, segno che pochi si sono lasciati sfuggire il primo lungometraggio del ‘maestro del brivido’. Eppure ci troviamo lontani dai film che hanno reso famoso il regista: Pleasure Garden racconta due storie d’amore che si intrecciano, quella di Patsy e Levet da una parte e quella di Hugh e Jill dall’altra. Ma la partenza dei due uomini per l’Africa porta alla luce l’animo lussurioso di Jill e Levet che presto cadono nel vortice del tradimento, a scapito della purezza dei sentimenti di Patsy e Hugh. La vicenda è caratterizzata così da un continuo contrasto ‘bene’ contro ‘male’ rafforzato dall’utilizzo di alcuni dettagli che simbolicamente mettono in guardia lo spettatore e i protagonisti da quello che dovranno aspettarsi: passiamo dai fiori appassiti al cane, unico personaggio in grado di capire e rivelare, attraverso il suo atteggiamento, la vera anima dei protagonisti. Non mancano sprazzi di luce che sembrano già indicare un futuro glorioso per il regista.

Come ha reagito il pubblico di fronte ad un Hitchcock così poco convenzionale? Tutti si sono detti colpiti dallo splendido restauro operato dal BFI National Archive in associazione con ITV Studios Global Entertainment e Park Circus Film. Difficile anche solo immaginare di poter vedere un film del 1926 con un’immagine così pulita da far vedere anche i mini dettagli: dal fumo ai contorni degli oggetti di scena. Alcuni degli intervistati si sono soffermati poi sull’unica scena di ambientazione italiana in cui un innamorato  suona il mandolino alla sua bella a bordo di una barchetta sul lago di Como, racchiudendo in pochi istanti tutti gli stereotipi tipici sul nostro paese. Ma la vera star della proiezione è stata il cane, che con i suoi atteggiamenti giocosi è riuscito a conquistarsi l’amore del pubblico. Sul giudizio finale gli intervistati si sono però divisi: alcuni sono stati entusiasti ed hanno giudicato il film molto piacevole, altri lo hanno ritenuto melenso e poco ispirato. In generale tutti si sono detti felici di aver avuto modo di toccare con mano uno dei lati nascosti della produzione di Hitchcock.

Grazie allo splendido lavoro di restauro Pleasure Garden ha dato modo a tutti gli spettatori di tornare nel passato ed entrare in contatto con una società diversa ma non per questo poco affascinante. Chissà cosa avrebbe detto Hitch…

Yann Esvan