Il Cinema Ritrovato 2015 offre come sempre ampio spazio ai film con protagoniste le grandi dive italiane. Si parte con Pina Menichelli  ne Il fuoco (1915) di Giovanni Pastrone, qui sotto lo pseudonimo di Piero Fosco. I fasti di Cabiria (1914) sembrano ormai lontani e ci ritroviamo in un’ambientazione semplice dove i personaggi sono appena due:  una poetessa (Pina Menichelli) e un pittore (Febo Mari). I due si conoscono sulle rive di un lago, mentre ritraggono, ciascuno attraverso la propria arte, uno splendido tramonto. Il pittore resterà stregato dalla donna e se ne innamora a prima vista. Il look della Menichelli ne Il fuoco è forse uno dei più noti del cinema italiano grazie al particolarissimo copricapo piumato che le conferiscono l’aspetto di una donna-gufo. Questo elemento ha una valenza fortemente simbolica all’interno di tutto il film, con un chiaro rimando alla cultura classica dove il gufo era considerato portatore di sventure. Ma il personaggio interpretato dalla Menichelli è, come dice Gian Piero Brunetta, anche e soprattutto  “la femme fatale […], l’essere dotato di uno sguardo che paralizza, un bacio che avvelena e di un abbraccio che soffoca e precipita negli abissi del peccato”.

La poetessa pone il suo amante di fronte a una scelta, lasciarla andare o seguirla, sapendo che il suo amore sarà breve ma intenso. Per rafforzare questa immagine, grazie a uno splendido effetto speciale di Segundo de Chomón, la poetessa infrange una lampada a olio su di un tavolinetto dando vita a un incendio “Vedi! Come la passione la sua fiamma si leva fino al cielo e abbaglia. Ma dura solo un attimo”. Il pittore accetta questa condizione e pur trovando la fama come artista proprio grazie alla sua amante, egli ricerca solo l’amore. È qui che la femme fatale avvelena la sua preda, perché quando la fiamma della passione si è spenta, lei abbandona l’amante al suo destino, un destino che porta inevitabilmente alla pazzia. Nella splendida scena finale, il pittore, visibilmente squilibrato, mette in fila in ordine di grandezza degli origami a forma di cane, mentre la poetessa è tranquillamente tornata alla vita di sempre.

Con Il fuoco, Pina Menichelli ottenne un grande successo entrando nel novero delle grandi dive italiane. La versione proiettata in sala è stata restaurata dal Museo Nazionale del Cinema nel 1991 a partire da un controtipo negativo degli anni Sessanta, proveniente da un controtipo in nitrato non montato purtroppo perduto. Il montaggio delle scene in ordine cronologico, le splendide colorazioni e le didascalie originali sono state ricostruite sulla base di materiali di produzioni originali conservati presso il Museo Nazionale del Cinema.

Yann Esvan