La rassegna quotidiana Cento anni fa ci ha portati quest’oggi indietro nel tempo, riproponendo una serata tipo passata al Cinema Tivoli di Parigi. Per ricreare l’atmosfera dell’epoca, alla visione dei cortometraggi della prima parte si sono alternate esecuzioni a quattro mani per pianoforte di Maud Nelissen e Donald Sosin. Ma i piatti forti sono stati Amor di Regina (1913) di Guido Volante e soprattutto Ma l’amor mio non muore! (1913) uno dei punti di forza di questo Cinema Ritrovato 2013, con Mario Caserini alla regia e una splendida interpretazione di Lyda Borelli. Tantissimi sono accorsi per vedere quella che era la prima assoluta per il pubblico, sebbene il DVD fosse già acquistabile fin dall’inizio del Cinema Ritrovato. La qualità del restauro curato da Mariann Lewinsky per il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano e con la CSC-Cineteca Nazionale di Roma, ha lasciato il pubblico senza parole. La possibilità di poter rivivere la tragedia della giovane Elsa ha tolto il respiro. Difficile pensare che Lyda Borelli fosse alla sua prima interpretazione cinematografica, lei che era una star del teatro e darà il via, proprio con questo film, al periodo delle grandi dive: da Francesca Bertini a Pina Menichelli. La rinomata mimica della Borelli non sfigura neanche nel nostro 2013 e questo film, per trama ed interpretazione, risulterebbe godibilissimo anche in un adattamento contemporaneo. Ma è il contesto culturale e sociale ad essere cambiato rispetto a cento anni fa e la triste storia d’amore della bella e sfortunata Elsa con Maximilian diventa quasi incomprensibile alla luce delle motivazioni che portano al tragico epilogo. La giovane Elsa muore tra le braccia del suo amato che ha scoperto essere il Principe dell’immaginario Granducato di Wallenstein, Granducato da cui Elsa è stata esiliata a seguito ad un’ingiusta accusa di tradimento ai danni del padre, un Generale fedele e sincero che di fronte all’onta subita preferirà togliersi la vita. La scoperta che l’amato Maximilian è parte integrante di tutto ciò che l’ha portata alla rovina, convince Elsa a togliersi la vita ma al contempo a consegnare al proprio amante prima di morire uno struggente messaggio d’amore: “ma l’amor mio non muore!”. Così termina il film tra un sentito applauso generale protrattosi per diversi minuti, anche all’indirizzo della brava Francesca Badalini che ha accompagnato al piano la proiezione del film.

Per chi è interessato ricordo che il film verrà replicato Venerdì 5 Luglio alle ore 21.30 in Sala Mastroianni. Dopo cento anni l’amore di Elsa per il suo Principe non è ancora morto e grazie allo splendido lavoro effettuato sulla pellicola continuerà a vivere in eterno.

Yann Esvan