Ospitiamo gli articoli dei giovani critici di  Parole e voci dal festival, che analizzano il cinema del passato dal proprio punto di vista

Come di consueto anche nella terza serata del festival in Piazza Maggiore, un ospite ha introdotto il film in proiezione. Per  The Cure di Charles Chaplin è il premio Oscar Kevin Brownlow, regista conosciuto per la sua lunga carriera spesa in documentazione e restauro cinematografico. Grazie alla preziosa collaborazione di Kevin Brownlow e di David Gill , è stato possibile entrare nel backstage di The Cure ed esaminare la sua creazione con tutte le modifiche che Chaplin attuò.

Questa volta l’accompagnatore alla pellicola è la pianista Maud Nelissen,  donna elegante tanto quanto la sua musica, le sue composizioni rispettano gli stili del 1910 e 20, ma riesce a unire questi con le proprie invenzioni moderne. Il film The Cure è ambientato  in una sede termale, Chaplin è un cliente ubriacone, ed il baule in seguito come bagaglio, colmo di bottiglie di liquore, confermerà l’impressione,  accompagnato in sedia a rotelle dall’infermiere (Albert Austin), viene lasciato davanti all’entrata, cerca di introdursi dentro la porta girevole, ma diventa un impresa impossibile, rischiando  la decapitazione rimanendovi incastrato con la testa ed un grande e grosso cliente (Eric Campbell) con un piede ingessato, rischia anch’egli  di vederselo amputare a causa dei girotondi di Charlot nel tentativo di indovinare l’uscita dalla giostra involontaria. Il film continua, le inquadrature sono rapide e la  velocità sorprendente  ma molto precisa: un esempio lo è la danza di Chaplin ubriaco per lo stabilimento mentre la cinepresa lo segue rapidamente. Nel finale Chaplin cade dentro il pozzo che contiene l’acqua curativa della terme, scomparendo come per magia agli occhi dello spettatore.

Per la  presentazione del secondo film: Campanadas a medianoche (Falstaff), proiettato sul grande schermo in Piazza Maggiore è stato invitato Luciano Berriatùa (Filmoteca Espanola), che in un breve intervento ha affermato  “il lavoro svolto è un intervento di conservazione e non di restaurazione, fatto per unire più informazioni possibili su quello che Walles voleva attuare”. La pellicola del 1965 è girata in Spagna ma l’azione si svolge in Inghilterra durante il regno di Enrico IV. Il regista Orson Welles  interpreta  Sir John  Falstaff , un omone  ormai vecchio, gran bugiardo e bevitore accanito, amico del  principe Hal, che invece di sostenere suo padre, minacciato dal conte di Northumberland, da suo figlio Henry Percy, e da altri nobili, fa una vita spensierata di taverna in taverna. Il ragazzo, dopo la morte del padre, si trasforma da giovane incosciente in re autoritario e maturo. Nel film sono presenti  numerosi effetti ottici, cambiamenti fotografici e mutamenti cambiamenti di grana, con dialoghi molto potenti, anche grazie alla passione con cui vengono dette dagli attori.