Ieri sera sotto le stelle di Piazza Maggiore è stato proiettato The Merry Widow di Erich Von Stroheim  che apre la sezione che celebra i 50 anni dell’Österreichisches Filmmuseum. Alexander Horwath, direttore del Museo, ha definito la creazione del Museo nel 194 come una sorta di fulmine a ciel sereno nell’Austria dell’epoca, che di fatto non aveva una produzione cinematografica di rilievo e dove le produzioni avanguardistiche erano rare e poco apprezzate dal pubblico. Oggi il Filmmuseum è un importante punto di riferimento per i cinefili di tutto il mondo. The Merry Widow è una delle più celebri produzioni conservate dall’Österreichisches Filmmuseum ed è stata definita da Horwath come la più bella delle loro pellicole e forse dell’interno Cinema Ritrovato 2014. Probabilmente è la più rappresentativa del Filmmuseum in quanto Von Stroheim ha un rapporto unico con l’immagine e con il cinema ma è anche oltremodo legato con la città di Vienna. E per lui The Merry Widow è forse il film che più si avvicina a Vienna a livello psicogeografico: la città di Monteblanco è Vienna ma non lo è, perché la città è impregnata dell’essenza viennese, ma nasce e sviluppa con tratti propri la rendono una città ben definita. Nessun nuovo restauro è stato presentato ieri, o meglio il restauro vero e proprio non era dell’immagine ma era rappresentato dalla nuova partitura. Come noto, il film si ispira all’operetta di Franz Lehár, musicista creativo, capace di creare musica intensa: divertente ma anche straziante. Maud Nellisen è riuscita a ottenere dagli eredi di Lehár il consenso a rimaneggiare la musica originale dell’operetta adattandola al film. Accompagnare The Merry Widow con il solo piano era troppo riduttivo, si è cercato così di coinvolgere l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta da Stefanos Tsialis, e di dare un’anima complessa e profonda alla nuova partitura. Fin dalle prime note è stato chiaro che ci trovavamo di fronte a un evento eccezionale. Le splendide immagini di Von Stroheim e le emozionanti vicende catalizzavano l’attenzione degli spettatori sullo schermo, e la musica dell’Orchestra aveva la piacevole controindicazione di far ballare le gambe degli spettatori. Molti non sono riusciti a restare seduti, e dietro ai portici si accennavano passi di danza e sorrisi complici. Mentre la lenta danza di corteggiamento tra il Principe Danilo e la ballerina Sally O’Hara veniva proiettata sullo schermo, gli spettatori intraprendevano un altro ballo più intimo e personale. Una mimesi perfetta per un evento unico ed emozionante.

 

Yann Esvan