La sezione Documenti e documentari regala un atteso recupero del film cui collaborò Pier Paolo Pasolini, 12 Dicembre. L’opera, della durata di 104 minuti, è stata finora pubblicata in edizioni video e DVD tagliate di oltre cinquanta minuti. Nel 2014 il film è stato restaurato nell’edizione integrale dal laboratorio L’Immagine Ritrovata per conto della casa editrice tedesca Laika Verlag e della Fondazione Cineteca di Bologna ma senza che sia stato possibile ritrovare i negativi originali. Pasolini accetta di collaborare con il collettivo militante di Lotta Continua e affresca la società e il clima politico italiano post strage di piazza Fontana. Il film comincia il 12 Dicembre 1970, un piano sequenza in camera car riprende il lungo corteo di manifestanti scesi in strada per commemorare la strage avvenuta un anno prima.
12 Dicembre ricalca la struttura di un altro splendido documentario dell’autore corsaro, Comizi d’amore, nonostante se ne distanzi per tematiche. La macchina da presa si muove per tutto lo stivale ritraendo i volti di uomini, lavoratori e operai, da Milano a Carrara, Viareggio, Napoli, Torino per tornare poi a Milano esattamente un anno dopo, il 12 Dicembre del 1971.
“Il film presenta molte sequenze notevoli: fra queste, l’intervista alla vedova e alla madre di Pinelli, che rievocano la loro tragedia con estrema lucidità, una scena silenziosa e nebbiosa al cimitero di Musocco, dove all’epoca era sepolto l’anarchico; una serie di riprese impressionanti della rivolta di Reggio Calabria del 1970; una sequenza fra le baracche di Napoli, dove gli abitanti vivevano in condizioni di estrema povertà e infine una ripresa nella casa di una famiglia di immigrati siciliani a Torino”.
Il restauro non è stato semplice, il film era in condizioni precarie e mancando il negativo alcune sequenze sono andate perdute. Anche se il documentario nasce da una collaborazione tra Pasolini e Adriano Sofri (ex leader di Lotta Continua) i due si trovavano spesso in disaccordo e per la scrittura del film fu interpellato Goffredo Fofi che fece da mediatore e rese possibile la realizzazione della pellicola.
È un’opera molto importante per comprendere i cambiamenti del clima politico italiano immediatamente successivo alla terribile strage che Pasolini stesso definì “il momento in cui, più di tutti, siamo andati vicini alla perdita della democrazia formale in Italia”, ma allo stesso tempo è molto attuale, riflette i disagi, le oppressioni e un certo razzismo dell’Italia contemporanea.
Film di denuncia, fortemente voluto dai collettivi militanti e reso possibile dalla direzione di Pasolini racconta un Italia nella quale gli abusi di potere e le violenze venivano attuate per preservare gli interessi di una determinata classe dirigente. Oggi forse sono cambiati i mezzi, ma tutto ciò dimostra ancora una volta (se necessario) la lungimiranza del pensiero pasoliniano.
Stefano Careddu