Il Cinema Ritrovato 2015 ha dedicato un’ampia sezione del suo programma ad Albert Samama Chikly, pioniere del cinema Tunisino, nonché appassionato fotografo. L’attenzione si è così spostata su più fronti: da un lato è stata organizzata una mostra fotografica in Sala Borsa, dove resterà fino al 21 Agosto, dall’altro sono stati proposti in Sala Mastroiani alcuni dei suoi lavori ritrovati. Oltre a questo è vendita presso lo stand della cineteca l’introvabile volume Samama Chikly: un Tunisien à la rencontre du XXème siècle di Guilemette Mansour con prefazione di Férid Boughedir. Albert Samama Chikly fu un artista poliedrico, che nei primi anni del novecento documentò con perizia quanto stava accadendo nel suo paese e non solo.

Molto importante è il suo lavoro nel documentare la Grande Guerra per l’armata francese, tanto che molti dei suoi lavori sono conservati presso l’ECPAD. La maggioranza dei documenti conservati in questo archivio, nonché praticamente tutti gli altri in nostro possesso, non avevano riportato il nome del regista, ma è stato possibile attribuirli a Samama Chikly grazie al suo splendido e incessante lavoro fotografico. Così, dopo un lungo processo comparatistico tra i frammenti conservati e le numerose foto da lui scattate e conservate con cura dai parenti del cineasta, si è potuto risalire a lui.

Un esempio è dato da La Pêche au thon en Tunisie (1905) che trova un suo riscontro in una splendida foto omonima presente nel libro in vendita presso la cineteca.  Ma il lavoro di Samama Chikly non si ferma ai soli documenti dal vero, negli anni ’20 gira infatti due film di finzione assieme alla figlia Haydée, che lavora come sceneggiatrice e attrice. Si tratta di Zohra (1922) e Aïn El-Ghazel (1924) i primi fiction-film africani, purtroppo giunti a noi in forma incompleta e presentati lunedì 29 Giugno per la prima volta in Italia. Grazie al volume di Guilemette Mansour si è inoltre scoperto che Haydée aveva avuto una piccola comparsa nel film The Arab (1924) di Rex Ingram, ambientato in Siria, ma girato in parte in Tunisia. Albert Samama Chikly partecipò in qualche modo alle riprese, e lo stesso fece Haydée partecipando come comparsa.

Alla fine della rassegna a lui dedicata possiamo fare un quadro di Albert Samama Chikly e definirlo come un artista eclettico appassionato dal suo mondo e dalla sua cultura. Egli è testimone di un mondo che sta cambiando attraverso un lento passaggio dal passato alla modernità. Il suo interesse si spinge anche verso l’eterna sperimentazione per superare i limiti tecnici dei primi anni del cinema e stupire il suo pubblico.  La sua curiosità lo spinge a diventare reporter e come tale segue fuori dal suo paese le vicende più importanti di quel periodo, come alcuni avvenimenti della Prima Guerra Mondiale o il Terremoto di Messina. Sicuramente sentiremo ancora parlare di Albert Samama Chikly nel corso delle prossime edizioni del Cinema Ritrovato, il progetto è appena cominciato.

Yann Esvan