“Il raccolto della vittoria è la semina di molti anni” : questo risponde Salvador Allende a una domanda di Roberto Rossellini, che, curioso, chiedeva al politico cileno, in occasione di un intervista del ‘71, come avesse fatto a organizzare la propaganda del suo partito senza l’aiuto di mezzi mediatici. “Soprattutto parlando con i compagni”, continua Allende, “andando nelle miniere di rame e parlando direttamente con i lavoratori”. Il grande regista ascolta stupito e incantato le parole del capo del governo di Unità Popolare creatosi nel 1970, e più volte ringrazia il politico per averlo ricevuto. Allende acconsentì all’intervista in seguito a un discorso con il figlio di Rossellini, che agì da ambasciatore del padre in occasione dell’operazione verdad. Renzo Rossellini infatti , insieme a personalità di tutto il mondo, si era recato in Cile per osservare da vicino il primo tentativo democratico di uno sviluppo socialista.

Appena saputo che Allende era d’accordo a rilasciargli un’intervista, anche filmata, il grande regista italiano a maggio dello stesso anno si precipita in Cile: è così che nasce questa importantissima testimonianza storica che è La Forza e La Ragione. Intervista a Salvador Allende, restaurato nell’ambito del Progetto Rossellini della Cineteca di Bologna.

Allende parla in modo molto semplice e chiaro: è un socialista che crede nell’unione dei partiti di sinistra , forse ispirandosi all’idea dei Fronti popolari che salirono al potere nelle democrazie occidentali negli anni ’30. Infatti il suo partito sarà un ibrido formato da un gruppo di socialisti e da un piccolo partito comunista allora considerato illegale dallo stato. Questi partiti di sinistra fondarono il Fronte di Azione Popolare, che perse per pochi voti alle elezioni del ’58. Rossellini riprende questo episodio per chiedere al politico cileno perché il partito, dopo aver perso, calmò le masse che stavano manifestando per dei presunti brogli elettorali, invece di aizzarle contro il governo vincente. Allende risponde che ci sarebbe stata una dura repressione del popolo dimostrante, e che il suo scopo era quello di prendere il potere attraverso mezzi democratici, anche per rispettare la tradizione democratica del Cile (che vanta un congresso vecchio di 125 anni). La domanda successiva segue logicamente le parole del politico: se si vuole evitare la violenza, non si va in un certo senso contro i dettami del marxismo e quindi della dittatura del proletariato che esso prevede? Allende dimostra la sua immensa cultura rispondendo che leggendo bene Marx e i teorici del marxismo, si evince che “ogni paese ha la sua storia” e che quindi ogni paese può arrivare a un’impostazione socialista e comunista con i propri mezzi. Marx per esempio diceva che l’Inghilterra era l’unico paese in cui un rivoluzione pacifica fosse possibile, per l’importanza che da sempre avevano avuto le istituzioni, i costumi e le tradizioni. Come Lenin non sopportava i kulaki ( i contadini ricchi), Allende non vuole un’aristocrazia operaia: gli operai avranno salari migliori, ma devono capire che parte dei soldi ricavati dal loro lavoro servirà a migliorare la qualità di vita della popolazione nel suo insieme. Saranno operai eletti da altri operai a partecipare alla direzione delle imprese, che saranno nazionalizzate. Allende spiega il progressivo impoverimento dell’America Latina proprio riferendosi alle condizioni delle aziende: dipendendo dall’America del nord, le imprese locali sono costrette a esportare sempre più materie prime ai paesi ricchi, e quindi il ciòle, insieme ai paesi del terzo mondo, è costretto a importare beni di consumo prodotti negli Usa, molto costosi. Infatti, dice il politico, devono “pagare lo stipendio di un lavoratore americano”, ben più elevato di uno stipendio medio di un lavoratore cileno. Allende, dopo aver dichiarato la sua amicizia verso il popolo americano, e per la Democrazia Cristiana che precedette il suo governo (dichiarando che la differenza fra la Dc e la il suo governo socialista è quella fra le parole e i fatti), ricorda al regista che loro stanno lottando per la pace, e non per la guerra, e per rendere l’America un vero continente unito.

Avrebbe detto e fatto molto altro Salvador Allende se non fosse stato ucciso in un colpo di stato militare, un golpe che portò al regime autoritario del generale Augusto Pinochet, che demolì le idee e forse le utopie socialiste del grande politico cileno.

 

Laura Cacciamani