Continuiamo nella nostra analisi critica di Chinatown. Se la settimana scorsa abbiamo privilegiato la recensione di Claudio G. Fava, approfittando per omaggiarne la memoria, ora passiamo a tutt’altro approccio, quello accademico e scientifico di Thomas Elsaesser e Warren Buckland. Segue.

Possiamo già identificare i temi principali del film. Le prime due scene sottolineano il tema delle relazioni illecite, di sposi che hanno storie extraconiugali. A film concluso comprendiamo che questo è uno dei temi dominanti che si dipana per tutta la pellicola, che in definitiva evidenzia l’incesto tra Evelyn Mulwray e suo padre, Noah Cross, e qualcosa di simile tra Hollis Mulwray e la sua figliastra Catherine. Se [ci] domandiamo di cosa ‘parla’ Chinatown, qual è la sua ‘sostanza’ o ‘il concetto di fondo’, una risposta può essere l’infrazione di una legge fondamentale della società, il tabù dell’incesto, una legge che genera precisi limiti identitari e sociali. I legami familiari definiscono l’identità, e così l’attenzione del film alle relazioni è anche un’attenzione al tema fondamentale dell’identità, e al dolore causato da relazioni illecite.
La prima tematica è connessa alla seconda: la corruzione politica. Questa è affrontata alla fine della terza scena, quando un coltivatore accusa Hollis Mulwray di corruzione. Jake comunque ignora questo indizio e, successivamente, è un falso indizio, Hollis cerca di spiegare la sua implicazione. Dopo che Hollis è ucciso, il tema della corruzione è trattato in maniera più acuta, come quando Jake suggerisce a Evelyn che suo marito è stato ucciso perché voleva confessare. Jake continua l’investigazione per trovare chi l’ha incastrato e chi Evelyn stia nascondendo. All’inizio sospetta di lei per l’omicidio, poi scopre il suo ‘segreto’ è che sua figlia è stata procreata da suo padre, Noah Cross. Più avanti, Evelyn suggerisce a Jake che suo padre possa essere implicato nel caso di corruzione politica (come nella morte del marito). È solo verso la fine del film che Jake è in grado di collegare tra loro il primo tema, le relazioni illecite e l’identità, al secondo, la corruzione politica, e capire che Noah è coinvolto in entrambe le cose. Forse, allora, anche noi possiamo collegarle e intuire che il tema centrale di Chinatown è ‘la corruzione del patriarcato’, del padre nella famiglia e nella politica.
Chinatown
racchiude molte tematiche ricorrenti del cinema di Polanski. L’eroe è estraneo alla società per la natura del suo lavoro (un investigatore privato che si occupa di casi matrimoniali), ma è comunque lontano dal classico investigatore alienato da film noir. In ogni modo, Jake è incapace di porre una qualunque convinzione o valore dietro l’etica del suo lavoro, come esprime sostenendo che la motivazione del suo indagare sulla morte di Malwray sia strettamente personale, e dimostrandosi disinteressato alla politica. Il mondo contemporaneo è violento, la vita di Jake è minacciata in diverse occasioni e il suo naso gravemente tagliato. Inoltre, Cross in particolare è rappresentato come uno sfruttatore spietato dai comportamenti illeciti; la trama del film non conduce a una risoluzione o a un lieto fine (Polanski riscrisse il lieto fine di Robert Towne), ma è circolare, perché alla fine i personaggi non risultano migliori di com’erano all’inizio – anzi alcuni sono peggiorati, Evelyn è uccisa, Jake è ferito, perde la sua licenza e la donna che amava, e Catherine è affidata a Noah Cross che pare evitare il processo. Proprio per il finale, il film passa da una forte colpevolezza a un cupo pessimismo, mentre il personaggio principale scivola dalla presuntuosa e cinica sicurezza di sé alla confusione morale e inettitudine professionale.

Thomas Elsaesser, Warren Buckland, Studying Contemporary American Film, Arnold, London 2002