Per la sezione Biografilm Music è stato proiettato The Wrecking Crew, documentario realizzato da Danny Tedesco, figlio del chitarrista Tommy Tedesco, il quale, volendo omaggiare il padre e la sua carriera artistica, ha al contempo ricostruito la storia del gruppo di musicisti di cui ha fatto parte: The Wrecking Crew. Il nome del gruppo è stato creato dal batterista Hal Blaine e va ad indicare una complesso di “session player” che negli anni Sessanta ha contribuito al successo di numerosi artisti divenuti celebri grazie all’aiuto prezioso di questi musicisti che erano in grado di costruire un suono pulito e compatto, perfetto per le registrazioni su disco.

Questi musicisti hanno prestato la propria arte, il proprio suono e il proprio talento ad artisti del calibro dei Beach Boys, Frank Sinatra, Nancy Sinatra, Sonny and Cher, Mamas and Papas, Tijuana Brass, Ricky Nelson e molti altri ancora, senza ottenere mai un riconoscimento ufficiale. Infatti pratica assai diffusa in quegli anni, da parte delle produzioni musicali, era di avvalersi di musicisti esperti e talentuosi che suonassero al posto della band o dell’artista stesso durante la sessione di registrazione delle tracce sonore su disco.

I motivi erano vari, ma più di tutti valeva il fatto che così facendo, la casa di produzione si assicurava la fuoriuscita di un prodotto musicale ben confezionato, in grado di scalare le hit musicali del momento. Ovviamente però, affinché il giochino funzionasse, nei credits dell’album non dovevano essere inseriti i nomi dei “turnisti” che contribuivano alla creazione del suono, era necessario far credere al pubblico che il disco che stavano acquistando era veramente suonato dagli artisti che lo firmavano. Caratteristica di questi strumentisti era la versatilità, la capacità di entrare dentro qualsiasi tipo di suono mimetizzandosi alla perfezione con lo stile e il genere dei vari artisti con cui di volta in volta dovevano collaborare.

I The Wrecking Crew tra i vari “session group” hanno rappresentato il complesso più affiatato sia a livello umano che musicale, erano in grado di costruire una solida macchina ritmica capace di sostenere qualsiasi artista. Molte case di produzione e artisti chiedevano espressamente di loro in quanto all’epoca costituirono l’eccellenza che si potesse trovare tra i vari “session player”.

Sul finire degli anni Sessanta cominciarono a cambiare i metodi di produzione musicale e la principale attività di questi musicisti entrò nella sua fase calante. I vari membri continuarono a lavorare in autonomia come appunto Tommy Tedesco, il quale, grazia al suo talento e al suo tocco di chitarra ha collaborato con numerosissime produzioni televisive e cinematografiche. Il progetto del documentario è nato nel 1995, quando è stato diagnosticato al padre del regista un cancro all’ultimo stadio, costituendo una sorta di “canto del cigno” in cui si ripercorre la carriera artistica e in piccola parte privata del chitarrista.

Tra una chiacchiera e l’altra di alcuni membri della crew (tra cui Tommy) intorno ad un tavolo in memoria dei vecchi tempi, le interviste ai musicisti e le immagini del periodo, The Wreking Crew regala un’istantanea degli anni Sessanta, di una realtà poco conosciuta ma estremamente viva e finalmente rende omaggio a grandi musicisti rimasti nell’ombra per troppo tempo il cui talento ha segnato un’epoca.

Valentina Ceccarani