Chi sono gli uomini proibiti? Ottimo titolo per l’esordio alla regia di Angelita Fiore, ricercatrice, documentarista, studiosa del cinema del reale, che si è seduta dietro la macchina da presa per raccontare la storia di alcuni preti sposati che, rinunciando ai propri privilegi sacerdotali, cercano di crearsi una famiglia. Alcuni di noi – prima di vedere questo lavoro – pensavano che si trattasse di pochi casi isolati. Invece si scopre che (secondo un paragone proposto da uno degli intervistati), se parlassimo di un esercito, ci troveremmo di fronte a un ammutinamento di massa.

Il documentario cerca di superare il muro di silenzio della società (non solo ecclesiastica), nel contesto di storie vissute nell’ombra – e per farlo usa talvolta delle tecniche quasi da cinema dell’occulto, con telefonate registrate, volti appositamente sfocati e immagini molto lontane dall’apparente serenità spirituale. D’altra parte, si parla anche e soprattutto di amore, e di amore fisico in particolare. Da questo punto di vista, Uomini proibiti si fa preferire quando racconta l’universo femminile, quelle donne che si innamorano di un prete non ancora pronto a rinunciare al ruolo ecclesiastico e con il quale iniziano un percorso di vita fatto di privazioni, silenzio, segretezza.

Vale la pena ricordare, come fanno le note di presentazione del film, che il Vaticano si è sempre opposto duramente alle richieste di abolizione dell’obbligo celibatario fino all’arrivo di Papa Francesco, che ha lasciato intendere una possibile apertura della Chiesa in merito a questa materia, anche se tutt’oggi nulla è cambiato dal Concilio Vaticano II. E che proprio per questo in tutto il mondo (Brasile, Canada, Germania, Francia, Austria, Gran Bretagna) sono nate associazioni di preti sposati, di donne dei preti e di recente anche dei figli dei preti, che si stanno mobilitando in materia di diritti umani rivolgendosi non solo al Vaticano, ma anche alle Nazioni Unite (ONU) per ottenere la libertà e il diritto di sposarsi e di farsi una famiglia.

Anche solo da questa descrizione, si può capire la delicatezza dell’argomento con cui Angelita Fiore ha avuto a che fare. E si deve proprio all’intelligenza e alla tenacia della regista se Uomini proibiti è ora in programmazione al Biografilm e in futuro – speriamo – in molti altri contesti, almeno quelli più sensibili a queste tematiche, dove la laicità è l’unico mezzo per dare voce a sentimenti di cristallina umanità.