A vent’anni dalla sua scomparsa, il regista Paolo Angelini omaggia Roberto Raviola – in arte Magnus – con un film che ne ripercorre la vita e la carriera artistica. Presentato al Biografilm Festival, Ho conosciuto Magnus non è un semplice documentario. Proprio come l’uomo che ritrae, è un’opera multisfaccettata, che vede al suo interno il mescolarsi di diversi generi: dal biopic al fumetto passando per il docu-fiction, in un continuo intreccio tra realtà e finzione. Bolognese, fumettista geniale, artista maniacale… ma chi ha conosciuto davvero Magnus?. Ce ne restituiscono tanti piccoli frammenti le persone che hanno condiviso parte della loro vita con lui: la seconda moglie Margherita, lo sceneggiatore Claudio Nizzi, l’amica Sara Spisni, solo per citarne alcuni. E ovviamente lo studioso Luca Baldazzi, che dialogando con tutti loro cerca di capire e di scoprire qualcosa di più su un uomo enigmatico, solitario, difficilmente decifrabile.

Tre sono le tappe che hanno scandito la carriera di Magnus: la giovinezza e il successo con il personaggio di Alan Ford, la maturità con lo Sconosciuto, il testamento artistico con Tex Willer. Nell’arco di queste fasi la vita di Magnus scorre e si intreccia inevitabilmente alla sua arte: da sempre Magnus ha incarnato i suoi pensieri – e sé stesso – nei suoi disegni. L’aspetto più affascinante del film di Angelini è senza dubbio lo scorrere sul grande schermo di alcuni stralci dei fumetti di Magnus, sonorizzati in stile SuperGulp!,che fanno immergere completamente lo spettatore nei mondi fantastici dell’artista, rendendo possibile anche apprezzare l’evoluzione ed il perfezionismo dello stile grafico.

“La cosa più bella è poter sognare, sognare ancora, e ancora…:  queste sono le parole che recita la voce fuori campo di un fantomatico Magnus all’inizio del film, frase che ben riassume l’attitudine alla vita dell’artista. Un uomo dall’immaginazione talmente fervida da non poter mai essere messa “in pausa”, in un progressivo distaccamento dal mondo che lo ha portato nell’ultima parte della sua vita a isolarsi a Castel del Rio, lontano da tutto e da tutti.

Al titolo del film bisognerebbe forse aggiungere un punto interrogativo: “Ho conosciuto Magnus?” In quanto emerge chiaramente come nessuno sia stato in grado di conoscere davvero Roberto Raviola. Ecco perché forse, tra i suoi personaggi, quello che piò lo rispecchia è Unknown: un uomo di cui non si sa quasi nulla, nemmeno il nome.

Barbara Monti