Tra gli ultimi appuntamenti della sezione dedicata a Marie Epstein, il Cinema Ritrovato ha riservato al suo pubblico due esempi degni di nota della poliedrica cineasta polacca: La Maternelle, da lei diretto nel 1933, e Coeur Fidèle, gioiello del cinema muto del 1923 per la regia dal fratello Jean. Girato insieme all’amico Jean Benoît-Levy, La Matenelle racconta le vicende di Rose, una giovane donna dell’alta società francese che si ritrova sola e in miseria a causa di un disastro finanziario.

Trova così lavoro come donna di servizio a Montmartre, in una scuola d’infanzia per bambini poveri, ai quali subito si affeziona. In particolare, si lega molto ad una di loro, Marie, taciturna e solitaria figlia di una prostituta, che vede nella dolcezza di Rose le attenzioni che non ha mai ricevuto dalla madre che l’ha abbandonata. La gelosia che la bambina prova nei confronti della donna, specialmente quando il medico della scuola la chiede in sposa, la condurrà addirittura a tentare il suicidio.

Il film rientra efficacemente nella corrente del realismo poetico francese, unendo tecniche cinematografiche all’avanguardia alla modernità delle tematiche, legate ad un femminismo inconsapevole e non eccessivo e ad un focus sull’infanzia, nonostante tutto, spoglio di melodrammi.

Coeur fidèle presentato nel suggestivo contesto delle proiezioni con lanterna a carbone di piazzetta Pasolini, racconta invece una Epstein agli inizi, non ancora regista ma impegnata nella sceneggiatura e nella recitazione. L’amore tra Jean e Marie, orfana schiavizzata dai genitori adottivi, è osteggiato dal criminale Petit Paul, che riesce a far incarcerare l’uomo e sposare la donna. Dopo un anno i due amanti si rincontrano e superando le proverbiali difficoltà causate dal villain, avranno il loro lieto fine, che suggelleranno su una giostra in movimento.

Il film, girato tra Marsiglia e Manosque, è frutto di un raffinato lavoro di regia e montaggio, grazie al rapido alternarsi di inquadrature deformate e rarefatte, sovrimpressioni e numerosi effetti visivi, volti a sottolineare lo stato d’animo del personaggio, e soprattutto di primi e primissimi piani su sguardi, parti del corpo e oggetti; lezione questa che la Epstein riprenderà in veste di regista.

Quello che la Epstein interpreta in Coeur fidèle non è un semplice personaggio secondario bensì il punto di contatto tra Marie e Jean, amanti sfortunati ed ostacolati, nonché strumento di riconciliazione della coppia. La vicina di casa zoppa, nonostante l’handicap fisico, è una figura femminile determinata e risoluta, che prima sostiene e incoraggia l’amica e infine impugna addirittura una pistola per porre fine alla vicenda. Allo stesso modo, la Rose di La Maternelle è una donna capace di superare le proprie difficoltà adottando uno stile di vita alternativo, creandosi una rete di affetti e di relazioni grazie alla sua dolcezza e al suo innato istinto materno.

Ed ecco che la Epstein, con le sue eroine d’altri tempi, subito diventa una pioniera, portavoce di una visione al femminile nel suo piccolo rivoluzionaria per il cinema dell’epoca e non solo.

Denise Penna