Ambientato completamente all’interno di un teatro di Broadway, la rocambolesca commedia thriller The Last Warning ha la struttura del “giallo della camera chiusa”, anche se intercorre del tempo tra l’omicidio che apre il film e il resto. Cinque anni dopo la misteriosa morte della star del teatro, John Woodford, il locale riapre i battenti con una nuova gestione, e tutti gli attori vengono richiamati per rimettere in scena la pièce dal significativo titolo The Snare, la trappola. Ma avvenimenti sinistri e aggressioni inspiegabili fanno pensare che il teatro sia ora infestato. Ben presto è chiaro che il nuovo produttore sta indagando per smacherare chi tra i presenti sia il responsabile della morte di Woodford, il cui spirito però sembra aleggiare ancora tra le quinte ed esprimersi concretamente in rumori terrorizzanti e messaggi di minaccia.
The Last Warning è un film ricchissimo di trucchi e invenzioni, che si scoprono sempre più elaborati via via che ci si dirige verso la soluzione del mistero. Le quinte, i corridoi, le botole permettono continui ribaltamenti e sorprese, con tanto di inseguimento finale sulla graticcia e voli attaccati alle corde. Il curriculum espressionista del regista Paul Leni lampeggia nelle scene più orrorifiche: le inquietanti presenze di manichini senza volto, le tante ombre oblique che si stagliano sui personaggi e popolano i tanti ambienti oscuri del teatro. Tutto il film è in realtà un repertorio di cliché dell’horror: ragnatele che avvolgono, ragni che spaventano, burattini inquietanti, dettagli su mani misteriose che artigliano.
Laura La Plante interpreta l’attrice, moglie del regista della pièce Richard Quayle (John Boles) e amante dell’attore ucciso, principale sospettata dell’omicidio assieme a Quayle; ma il film è popolatissimo di personaggi: se regista, producer e star portano avanti la trama thriller, gli altri – attori, tecnici e tuttofare tra i quali spicca l’anziana Barbara Morgan di Carrie Daumery – si fanno carico della linea comica.
La versione di The Last Warning vista nella rassegna Universal è il restauro di una copia muta destinata ai cinema non attrezzati per il sonoro, ma esisteva anche una copia con musiche ed effetti sonori. Questo film del 1929 forma un dittico sugli “edifici infestati” assieme a The Cat and the Canary, altro film Universal di due anni prima, ed è l’ultima pellicola di Paul Leni, morto prematuramente quello stesso anno.
Chiara Checcaglini