Parte tra poche ore la prima parte della rassegna sul cinema sovietico al cinema Lumière. I film provengono dal Fondo Italia-URSS dell’Archivio della Cineteca di Bologna. Del grande periodo muto vedremo i capolavori dell’avanguardia (Ejzenštejn, Pudovkin, Trauberg-Kozincev), il melodramma di Preobraženskaja-Pravov Il villaggio del peccato, la prima commedia sovietica La sigaraia del Mossel’prom e il cinema del quotidiano di Barnet. Tra le rarità, La febbre degli scacchi di Pudovkin, 1925. Pensando di sdrammatizzare l’aura sempre un po’ austera che suggerisce la nozione stessa di cinema sovietico, abbiamo scovato un bel sito dedicato agli scacchi, con un link sui film dedicati agli scacchi nella storia del cinema. Gli autori riassumono così la pellicola di Pudovkin (con l’avvertenza di spoiler, come si suol dire) “Girato durante il grande torneo di Mosca del 1925, questo  breve film (20 minuti) vede la presenza tra gli attori di Capablanca,  all’epoca campione del mondo. La città, durante il torneo, era letteralmente invasa dalla ‘febbre degli scacchi’, ed il nostro sfortunato protagonista è fidanzato con l’unica persona in tutta la città che detesta il gioco, per cui la rottura è inevitabile. Ed ecco la ragazza vagare per le vie di Mosca assillata da continui richiami agli scacchi, ma troppo debole per farla finita; ma c’è un uomo che non è interessato agli scacchi (‘finalmente un’altra persona che odia gli scacchi!’), incontrato casualmente, e chi è questa persona? Ma Capablanca, naturalmente! E sarà proprio Capablanca a trasmetterle l’amore per il gioco, che porterà la ragazza a ritrovare il suo vecchio fidanzato, e naturalmente ad un matrimonio scacchistico”.

Tornando a forme più filmologiche di analisi, ci piace invece citare un volume appena uscito, Il cinema russo attraverso i film di Alessia Cervini e Alessio Scarlato, Carocci editore. Questa la presentazione: “Il cinema russo e sovietico è stato, in forme di volta in volta differenti, una grande elaborazione per immagini del tema del potere: di quello politico innanzitutto. I dodici film analizzati nel volume esprimono modi diversi, in qualche caso anche diametralmente opposti, di confrontarsi con la storia di un Paese che ha cercato la propria identità in un avvenimento traumatico come quello della Rivoluzione bolscevica. Tale esplorazione ha conosciuto le forme sperimentali dell’avanguardia, le strutture soltanto apparentemente canoniche dei generi, le ricerche poetiche e personali di grandi autori. I dodici film presi in esame rappresentano uno spaccato della storia del cinema, e al contempo uno sguardo d’orizzonte sulla cultura russa del secolo appena passato”. Il libro verrà poi presentato, alla presenza dei curatori, il 10 maggio presso le Librerie Coop Zanichelli di Bologna, all’interno del ciclo di incontri Tra le pagine e lo schermo, rassegna promossa da Librerie Coop in collaborazione con il Corso di laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale dell’Alma Mater, la Fondazione Cineteca e il Corriere della Sera di Bologna.