Diretto per la televisione finlandese, non particolarmente amato dal suo autore, e praticamente impossibile da vedere se non nella copia posseduta dallo stesso regista, Likaiset Kädet è la trasposizione di Les Mains sales di Jean-Paul Sartre, testo teatrale del 1948. In Italia dovremmo ricordare piuttosto bene questo attualissimo lavoro (una favola politica sul socialismo e le sua convulsioni ideologiche) visto che Elio Petri, nel 1978, ne trasse (adattandolo di suo pugno) un dramma per la RAI con Marcello Mastroianni e Giuliana De Sio, che il regista definiva “un Todo modo del comunismo”. Il film di Kaurismäki viene proposto nella sezione del Cinema Ritrovato dedicata a Peter von Bagh, ed è per questo che (in assenza di buone immagini dal film per la TV) vogliamo omaggiare con la foto in apertura sia il compianto direttore artistico sia l’autore nord europeo.

La trasposizione di Kaurismäki è di differente approccio rispetto a quella di Petri, ed è sicuramente da un certo punto di vista meno raffinata e meno esplicitamente allegorica. Tuttavia, tra la messa in scena dimessa e claustrofobica, l’esibito dilettantismo nella direzione degli attori (non degli attori in sé, tra cui spiccano i volti feticcio di Matti Pellonpää e Kati Outinen) e il curioso “understatement” l’atmosfera appare sconsolata. Scorre un’ironia sotterranea straniante e stranita, come se da un momento all’altro saltasse fuori l’ironia glaciale del cineasta e i suoi quadretti lunari. Ma questi non vengono mai veramente fuori, e tutto – analisi politica compresa – rimane congelato in una specie di serissimo e fedele nonsense tenuto sul filo del rasoio per tutti i 70 minuti del film.

In questo modo, l’oggetto Likaiset Kädet resta sospeso, forse indigesto (come lo è per il regista), eppure affascinante, e apprezzabile per il cinefilo che legge tra le righe, scruta i fondi dell’inquadratura, e ride sotto i baffi insieme a Kaurismäki. Ha ragione Peter Von Bagh quando scrive: “È come se Kaurismäki avesse filmato le prove di Le mani sporche. Molti elementi del film sono ripresi fedelmente dalla pièce di Sartre, eppure sono quelli più tipicamente kaurismakiani, anche se la firma del regista è comunque presente ovunque”.

Ciné-fils