Questa volta facciamo un’eccezione, e anticipiamo una proiezione del festival, grazie ad alcuni straordinari materiali provenienti dal fondo Blasetti della Cineteca di Bologna. Piccola premessa storiografica: al successo del primo film ad episodi, Altri tempi (1952), tratto dalla novellistica italiana dell”800, Blasetti fa seguire Tempi nostri (1954), proponendo – queste sono le sue parole – ‘uno spettacolo vario nei toni e nei ritmi che fosse anche, in un certo senso, una cronaca sommaria’ dell’Italia del dopoguerra. Tra gli autori della letteratura contemporanea nazionale, Blasetti sceglie Giuseppe Marotta al quale, afferma, la storia del cinema italiano dovrebbe dedicare un capitolo intero: basterebbe l’aver dato a De Sica L’oro di Napoli sostiene.
Tra tutti gli episodi dello Zibaldone n. 2, il Don Corradino è l’unico racconto ad essere completamente reinventato a causa di impreviste necessità produttive, come lo stesso Blasetti racconta (vedi brochure che verrà linkata). Le tracce di questa trasformazione sono ampiamente documentate nelle carte dell’archivio del regista; Eduardo De Filippo, protagonista dell’episodio insieme a Vittorio De Sica, è l’artefice, insieme a Blasetti e a Continenza, dell’adattamento cinematografico. In una lettera inedita Eduardo propone a Blasetti un finale diverso. Ed è la lettera che vedete in foto. segue la trascrizione:
“Caro Alessandro, se ti dovesse piacere l’idea di far salire sull’autobus un ridotto concertino da ristorante – un mandolino e una chitarra – potresti secondo me farlo salire durante una fermata, nel cuore della prima sequenza – e farlo intervenire in azione, con la musica, quando la piccola folla lancia il grido d’impazienza all’indirizzo del controllore.
La canzone è questa
A Napule ci arrivano ‘e Germanese,
e’ Svizzere, l’Americane e Inglese.
Ma per Napule è sempe ‘o stesso:
A chi vene ‘o facimmo fesso.
*Oì… Oì… Oì…chillo nun capisce.
Me cerca ‘e pummarole, e io le dongo ‘e pisce**
Quant’è bello ‘o primmo Ammore.
‘O sicondo è cchiù bello Ancora!
E con questa canzone – sulla quale ti farei scrivere l’aria da un maestro di musica – potresti chiudere il film sull’autobus che si allontana.
Tu, poi, giudicherai meglio di me
Tuo Eduardo”
*[significa “vedi”, è accentata e il suono viene da trascriverlo con una i lunga, anche se graficamente non si può accentare]
**[cioè vuole i pomodori ma gli rifilo il pesce]