Incontro all’insegna della provocazione questo con le proiezioni Pockpicket – Ricordi dei giovani borghesi di Helsinki (1968) e Kreivi (1971). Da il via a questo pomeriggio in memoria di Peter von Bagh Olaf Möller, il quale non perde tempo ad avvertire il pubblico: “C’è qualcosa di molto importante che dovete sapere: questi film sono stati fatti per essere divertenti! Peter stesso- prosegue con una vivacità contagiosa – era una persona molto divertente.” Così affermando mette le mani avanti, è importante fare questa premessa affinché queste due opere non vengano fraintese come accaduto in passato. Oltre che ad essere divertente Peter era spesso divertito dai difetti della società, amava stuzzicare e prendere in giro tutto ciò che secondo lui era ben lontano dall’essere perfetto. Più che lo scontro diretto, Peter prediligeva la sottile provocazione, per concedere allo spettatore una libera interpretazione.
Primo a partire è Pockpicket eli katkelmia helsinkilaisen porvarisnuoren elämästä, un corto di 19 minuti che “commenta in maniera esilarante la confusione ideologica che imperversava alla fine degli anni Sessanta”. Un giovane borghese si trova a scontrarsi con una società in difficoltà, riflettendo sul benessere degli individui, suoi loro bisogni fondamentali, su cosa sia giusto e sbagliato. Quella che sembra un’umile analisi sull’autentica bontà umana sfuma piano piano in una situazione ridicola, dove il protagonista si ritrova ad infilare di nascosto soldi in tasca ai passanti, con fare curioso e meticoloso, come fosse un’esperimento; le spontanee riflessioni si trasformano così in un’iperbole astratta, inutile, che allontana sempre di più il giovane da una società bisognosa.
Quello su cui Olaf si sofferma maggiormente però è Kreivi, descrivendolo come un “massive disaster” quando uscito nelle sale cinematografiche per la prima volta. Il conte, infatti, “fu considerato uno scandalo, un affronto, un’opera di cattivo gusto e pessime maniere creata in malafede”. Kreivi è la storia vera di Pertti Ylermi Lindgren, un donnaiolo truffatore, più che dei soldi innamorato dell’arte del corteggiamento. Lindgren, interpretato da lui stesso in persona (chi, dopotutto, meglio di lui?), ha infatti portato sull’orlo dell’altare 76 donne diverse, senza mai pronunciare il fatidico sì in tutta la sua vita. In questa storia filmata, ambientata in Finlandia nell’estate del 1970, il conte passa da una donna all’altra come se fosse nel bel mezzo di una danza, usa lo stesso savoir faire ma ogni volta si reinventa: prete, banchiere, archeologo. Ed ogni singola volta, facendosi beffa di loro le fa innamorare, dona loro emozioni o piccole epifanie che mai avevano provato. La critica cinematografica rifiutò talmente tanto questa ironica opera cinematografica che Peter decise di non creare più film di finzione.
Quando la provocazione cresce e prende il sopravvento verrà sempre rifiutata perchè cela una verità troppo grande per essere concepita. Questo fallimento non fece comunque perdere la voglia a Peter di essere curioso e, nel profondo, provocatore.
Francesca Alberoni