Tra i film in concorso del Future Film Festival un’opera sicuramente molto attesa dal pubblico: Song of The Sea di Tomm Moore, candidato agli Oscar 2015 come miglior film d’animazione. Già a partire dai primi fotogrammi si percepisce l’aura di magia e leggenda che permea tutto il film, ispirato ad antichi miti nordirlandesi che ruotano intorno alla figura mitologica dei “selkies: magiche creature appartenenti per metà alla terra e per metà al mare.

Saoirse ha sei anni e non riesce a parlare, vive in una casa sul faro con il papà, il fratellino Ben e un esuberante cagnone, Cù. Grazie ad una magica conchiglia che la madre, scomparsa proprio il giorno della sua nascita, aveva regalato a Ben, i due fratelli intraprendono un’avventura fantastica che cambierà per sempre il destino della loro famiglia. Moore, anche autore del soggetto da cui è tratto il film, realizza un racconto di formazione che trova il suo punto di forza non tanto nel seppur affascinante mondo incantato in cui si svolge l’azione, quanto nel messaggio di fondo che emerge con prepotenza nella seconda parte del film. Attraverso un abile uso della componente fantastica, Moore riesce a parlare di sentimenti ed emozioni in maniera delicata ma incisiva al tempo stesso, creando progressivamente una consapevolezza che si va a concretizzare definitivamente nel finale della storia: ogni emozione, anche al più dolorosa, va vissuta pienamente. Perché è proprio la capacità e la forza di saper elaborare anche i frammenti più penosi della vita a rappresentare la vera sostanza dell’essere umano.

Mirabile a questo proposito l’invenzione della strega che, pensando di agire per il meglio, risucchia dai personaggi i sentimenti negativi, rendendoli figurativamente e letteralmente delle pietre. È proprio questa immediatezza nella narrazione a rendere il film godibile sia per i bambini che per un pubblico adulto, accompagnata ad una tecnica che, pur rimandando agli stilemi dell’animazione più classica, riesce comunque a ritagliarsi un proprio spazio di originalità.

Barbara Monti