Questa bella co-produzione francofona (Francia, Belgio, Canada) di nome April and the Extraordinary World giunge al Future Film Festival 2016 dopo il grande successo e la vittoria del Cristal Award per il miglior lungometraggio all’ultima edizione del Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy. In competizione per il Platinum Grand Prize, l’opera, diretta da Christian Desmares e Franck Ekinci e scritta da Benjamin Legrand (scrittore del fumetto da cui il coreano Bong Joon-ho s’ispirerà per il suo Snowpiercer), si rifà all’omonima graphic novel creata dal famoso artista francese Jacques Tardi.

Francia, fine XIX secolo. La guerra franco-prussiana, invece che concludersi con la celebre débâcle francese, si risolve in un armistizio che permette alla dinastia dei Bonaparte di mantenere il controllo della nazione, ribadendo la solidità dell’impero anziché lo sviluppo del più importante regime repubblicano dell’epoca. In tale contesto i più illustri scienziati spariscono nel nulla, ciò inibisce il progresso scientifico che avrebbe poi portato alla seconda rivoluzione industriale. Una serie di ellissi temporali sposta lo sguardo avanti negli anni, nella Parigi del 1941, una città diversa da quella che funge da sfondo alle molteplici rappresentazioni cinematografiche a cui siamo abituati, non lucente e vivace, non più la città dell’arte e del fermento culturale, ma un ambiente grigio, buio e triste, una metropoli oppressa dai soprusi del totalitarismo e più simile alle rappresentazioni noir proprie di Londra o New York, la cui somiglianza iconografica è resa possibile dalle due torri Eiffel gemelle, adibite a stazione.

April (alla quale Marion Cotillard presta la voce sia nella versione francese che in quella anglofona) è figlia di due scienziati rapiti, i quali, poco prima di essere catturati dalle forze dell’ordine guidate dal capitano Pizoni (macchietta in perfetto stile slapstick comedy), erano alla ricerca di un siero che avrebbe reso invulnerabile qualsiasi essere vivente. Quando April era piccola sua madre le regalò una boule de neige nella quale riuscì a iniettare il composto chimico. La bambina, all’oscuro di tutto, scoprirà il contenuto dell’oggetto solo molto tempo dopo. Nel corso degli anni, dando i genitori per morti, lo scorrere delle sue giornate è scandito da esperimenti finalizzati a terminare il lavoro dei genitori sul siero e dalla compagnia di Darwin, gatto parlante, migliore e unico amico della giovane donna. Una serie di vicissitudini la ricongiungeranno al vivace nonno Pops (interpretato da un Jean Rochefort che sembra non solo donare la voce, ma farsi animazione e ispirare ogni singolo dettaglio del suo personaggio), a trovare l’amore ed esser protagonista di un’avventura che sarà di cruciale importanza per le sorti della Francia e del mondo intero.

Il genere steampunk delinea un’ucronìa, una storia alternativa, una Parigi industriale e metallica che, in April and the Extraordinary World, riesce addirittura a ricordare in qualche modo la Metropolis di Fritz Lang. Le vicende hanno un sapore frizzante, sono caratterizzate da un forte dinamismo, azione, pericoli, scontri a fuoco e tematiche importanti. Il tutto rifacendosi non solo alla città distopica per eccellenza ma riecheggiando alcuni caratteri del geograficamente lontano cinema di Hayao Miyazaki, ricordando invece più insistentemente il collega e connazionale Sylvain Chomet e i suoi piccoli capolavori d’animazione ispirati a Jacques Tati.

Stefano Careddu