Dopo essersi aggiudicato il premio del pubblico al Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy, sbarca al Future Film Festival 2016 nella sezione Premiere dei film fuori concorso Long Way North, opera prima del francese Rémi Chayé – già collaboratore all’animazione di L’île de Black Mór, The Secret of Kells e La tela animata.

Realizzato grazie ad una co-produzione franco-danese, Long Way North racconta l’avvincente storia di Sasha, rampolla quindicenne dell’aristocrazia russa che decide di intraprendere un viaggio fino al Polo Nord per ripercorrere le tracce del nonno esploratore e riscattarne la memoria. Con un occhio nostalgico al romanzo d’avventura di Jack London e Jules Verne, Long Way North è sostenuto da una trama lineare ma coinvolgente, che come nella miglior tradizione del cinema di esplorazione coniuga l’intrigo al racconto di formazione. La sceneggiatura si dimostra solida ed efficace anche nella costruzione dei personaggi, e la giovane protagonista – un raro esempio di personaggio femminile a tutto tondo nel cinema d’avventura – conquista subito per coraggio e spirito di intraprendenza.

Ma ciò che convince di più, al di là della narrazione tutto sommato tradizionale, è la bellezza visiva di Long Way North, disegnato a mano e poi animato in 2D. Stilisticamente lontano dai canoni disneyani, Chayè opera una decisiva semplificazione grafica, che va a vantaggio dell’armonia compositiva del frame e degli effetti cromatici. Se la ricostruzione della San Pietroburgo di fine Ottocento convince per efficacia e vivacità, le distese ghiacciate nell’estremo nord, realizzate con pochi suggestivi blocchi di colore, lasciano letteralmente meravigliati. Con il procedere della narrazione, infatti, i paesaggi si fanno sempre più spogli e rarefatti, e la progressiva semplificazione formale porta le immagini alle soglie del minimalismo.

Con Long Way North, Rémi Chayé debutta alla regia con un film leggero e avvincente, attento al pubblico infantile e visivamente suggestivo.

Maria Sole Colombo