Il cavaliere misterioso, diretto nel 1948 da Riccardo Freda e parte della ricca retrospettiva curata da Emiliano Morreale, propone come noto una rilettura delle avventure di Giacomo Casanova, interpretato da un giovanissimoVittorio Gassman, capace di sfoggiare una prestazione di gran classe nelle vesti dell’amante veneziano; alla ricerca di una misteriosa lettera necessaria alla scarcerazione del fratello, accusato del furto di quest’ultima ed evitare, così, l’ascesa dell’impero russo a discapito del doge di Venezia, il protagonista si trova in balìa di innumerevoli peripezie.

Il film ripercorre le orme del successo tracciate da titoli che lo hanno preceduto quali Don Cesare di Baza, Aquila nera e I miserabili. La storia si dimostra ben costruita, e a Freda del resto non ha mai fatto difetto il ritmo. E’ curioso inoltre come il personaggio di Casanova, gentiluomo, raffinato ed ambito, riesca a sedurre dame e regine utilizzando un’eloquenza in grado di sollecitare la loro vanità e tanto da farle cadere tra le sue braccia; ma anche molto diretto e sfrontato con l’intenzione di mettere in soggezione e sentirsi padrone della situazione. Particolarmente ironica è la scena del ricevimento in cui Casanova commenta in modo molto poco lusinghiero “gli indumenti” delle francesi e alcune “particolarità” delle londinesi. A rendere ancora più avvincente ed affascinante la storia, Freda ci propone un finale che include un inseguimento rocambolesco a cavallo, sulla neve. Jacques Lourcelles ne scrisse così: “Esso è sempre meravigliosamente legato a una concezione ultradinamica del racconto cinematografico. In tal senso, risultano emblematiche le sequenze finali dell’inseguimento in slitta, che sfruttano tutte le variazioni di bianco. Sono estremamente affascinanti e comunicano, assieme alla loro sontuosità visiva, una nota di disincanto e di amarezza caratteristica dell’autore”.

Francesca Bernardi