La notizia che il regista Guillermo del Toro starebbe collaborando col designer Hideo Kojima alla realizzazione del nuovo episodio di Silent Hill ci aveva offerto il gancio, lo scorso settembre, per una panoramica sui registi prestati al videogioco. Erano emersi nomi llustri: Steven Spielberg, John Woo, Peter Jackson, John Carpenter. E per quanto riguarda gli attori? Un paio di settimane fa è stato pubblicato Call of Duty: Advanced Warfare. La serie è nota, in particolare, per la puntualità con cui di anno in anno arriva nei negozi poco prima di Natale e vende come il pane(ttone). Questo episodio annovera nel suo cast un nome mica da poco: Kevin Spacey. L’attore ha recitato nei panni di Jonathan Irons, rivisitazione videoludica del Frank Underwood di House of Cards. Spacey, comunque, non è certo il primo.

Facciamo un salto indietro nel tempo agli anni Novanta. L’avvento dei full-motion video segnò l’inizio di una nuova era per i videogiochi: il vantaggio tecnologico rappresentato dall’introduzione del CD-ROM si rivelò cruciale per alcuni generi – specialmente per le avventure grafiche – e concesse agli attori un nuovo palcoscenico in cui poter dare sfoggio delle proprie capacità. L’idea di una sorta di Hollywood interattiva suonò come una campana a morte per i film tradizionali. Il futuro sembrava a portata di mano, il passaggio di consegne ormai vicino: qualche anno dopo i cosiddetti film interattivi erano già acqua passata. Tuttavia, rimangono antiche e celebri tracce di questo scambio tra cinema e videogioco: Christopher Walken, Karen Allen e Paul Giamatti recitano su fondali prerenderizzati in Ripper; Dennis Hopper si concede in Black Dahlia; Mark Hamill e Malcolm McDowell si lanciano nello spazio nella serie di Wing Commander.
In anni recenti la formula è cambiata, complice l’evoluzione tecnologica. Gli attori continuano a recitare nei videogiochi – ma Hollywood è ancora lì, tranquilli – ricoperti però di sensori che ne catturano ogni singolo movimento ed espressione facciale. I dati acquisiti vengono poi “traslati” nel gioco e applicati a modelli poligonali che riproducono con estremo realismo le sembianze della fonte originaria. Kevin Spacey, in questo senso, è stato preceduto da Willem Dafoe ed Ellen Page in Beyond: Two Souls e da Aaron Staton e John Noble in L.A. Noire. Non solo cinema, quindi, ma anche attori resi noti dalla serialità televisiva. Vedi anche Kristen Bell, che ha prestato il suo volto a Lucy Stillman in Assassin’s Creed, o Yvonne Strahovski, Miranda Lawson in Mass Effect 2 e 3.
Menzione a parte per quegli attori che hanno donato la propria voce ad alcuni personaggi videoludici, con risultati che vanno dal discreto al raccapricciante: il Luca Ward di Splinter Cell, il Gabriel Garko di Prince of Persia, l’Asia Argento di Mirror’s Edge e l’inascoltabile Dario Argento di Dead Space (che non è esattamente un attore, ma quell’accento romano in contesto horror/sci-fi non può passare inascoltato: sentire per credere). Esempi, questi ultimi, tutti italiani: per concludere il pezzo all’insegna della par condicio.