Nel vasto programma di iniziative presentate nella XIV edizione di Human Rights Nights un ruolo rilevante è giocato anche dallo sport. Al pari della musica o del cinema, lo sport è un ambito ideale per la sensibilizzazione al tema dei diritti umani e alla lotta contro ogni tipo di diseguaglianza, evidenziando l’importanza delle discipline sportive in quanto possibili garanti del benessere sociale. Tale funzione fondamentale e troppo spesso dimenticata si rivela dunque ancor più necessaria, per quanto scontato possa essere, in paesi come il nostro e non solo, dove sport nazionali si fanno carico il più delle volte di tutt’altri valori. Per questo la promozione dei suddetti ideali appare fondamentale come non mai e lo Human Rights Nights si fa portavoce di questo messaggio, presentando quest’anno una proposta variegata sul tema, da incontri e dibattiti a performance ed eventi sportivi, fino a proiezioni cinematografiche sulla funzione dello sport in contesti particolarmente delicati.
Per quanto riguarda la sezione cinema di venerdì 16, tra le pellicole più significative troviamo FC Rwanda, presentato in anteprima nazionale. Il documentario di Joris Postema riporta il calcio al centro di una profonda riflessione sui conflitti etnici che hanno sconvolto la storia interna del paese africano, interrogandosi sul ruolo svolto da questo sport nel processo di riconciliazione che tutt’ora coinvolge la popolazione rwandese. Una partita di calcio – il match più importante dell’anno tra APR e Rayon Sports, la squadra dell’esercito contro quella del popolo – diventa il palcoscenico su cui prendono forma tensioni e sofferenze, nascoste sotto la superficie e ancora ben radicate nei ricordi del genocidio di vent’anni fa, ma di cui è ancora difficile parlare. Lo sport potrebbe essere in tal caso la strada dove trovare una risposta ad una delle più violente stragi del secolo scorso, per giungere finalmente ad un dialogo libero ed aperto seguendo la dichiarazione del Governo di Paul Kagame secondo cui l’etnicità non ha più un ruolo rilevante in Rwanda e credendo profondamente nelle parole di alcuni dei calciatori impegnati in questa sfida: “We are Rwandans now, no longer Hutu or Tutsi”.
Al centro di Beyond the Surface troviamo invece la figura di Ishita Malaviya, prima donna surfer indiana. Il film della regista Crystal Thornburg, che con Ishita e un gruppo di donne surfiste viaggia per il Sud dell’India, prende le mosse dal contagioso potere vitale del surf per proporre una via che porti al benessere e alla crescita personale, tra yoga, biocentrismo ed eco-turismo, offrendo una nuova prospettiva per le problematiche e le ingiustizie locali in una visione più ampia di superamento di qualsiasi conflitto.
Ma oltre al cinema, numerosi sono gli eventi sportivi che come detto arricchiscono la programmazione del Festival. Dopo le consuete partite di calcio e pallavolo organizzate nei giorni scorsi dal “Progetto Carcere” dell’UISP e dall’Istituto Penale Minorile P. Siciniani e l’inaugurale maratona Strabologna corsa domenica assieme al campione olimpico Vénuste Niyongabo, è lo stesso atleta africano, assieme ad ospiti come Mauro Valeri dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio e Simone Piras di “Cronache Internazionali”, a prendere parte alla conferenza di oggi su “Sport e diritti umani” a cui seguirà l’incontro attorno al tema dello “Sport e integrazione a Bologna”, moderata da Carlo Balestri della UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti). A concludere la mattinata vi sono poi le performance di varie discipline, dalla thai boxe alla capoeira, dal cricket allo showdown fino al parkour.
Marcello Polizzi