Oggi, 30 Giugno 2014, è l’ottantesimo anniversario della notte dei lunghi coltelli, 30 giugno 1934. Mentre le radio e le televisioni ricordano con testimonianze e immagini questa funesta notte, qui ci accingiamo a ricordarla scrivendo di due film che la rappresentano. La notte dell’uccisione di tutte le SA di Röhm da parte delle SS, resta nella storia come uno dei primi grandi tradimenti di Hitler: le SA, istituite per proteggerlo, furono sterminate per eliminare un’ala estremista del nazismo, che, chiedendo una seconda ondata rivoluzionaria, disturbava il presidente ottantacinquenne Von Hindenburg e i capi dell’esercito, e perciò anche Hilter, che non riusciva ad andare al potere senza il consenso di questi ultimi.

I primi due film della sezione “IlCinema in Guerra contro Hiltler” sono The Hitler Gang, film americano del ‘44, e Après mein Kampf, mes Crimes, film francese del ’39. Quindi uno girato nell’ultimo periodo della guerra, e un altro a conflitto appena iniziato. Tutti e due i lungometraggi ripercorrono l’ascesa del nazismo, con una particolare attenzione alla notte dei lunghi coltelli e ad altre vicende cardine come l’Anschluss dell’Austria e la questione dei Sudeti, ma pur rappresentando lo stesso periodo storico, sono molto diversi fra loro.

Il film francese, uscito nel marzo del ’40, fu commissionato al regista Ryder dal  Commissariato dell’informazione nel ’39, poco dopo la dichiarazione di guerra di Francia e Inghilterra alla Germania. Il regista, che per questo film adottò lo pseudonimo di Jean-Jacques Valjean, il celebre forçat dei Miserablili, era allora famoso per i suoi musical. Film denso di propaganda antinazista, Après mein Kampf non ebbe una lunga vita: fu proibito dai tedeschi nel giugno dello stresso anno, in seguito all’occupazione della Francia. Il film fu poi ripreso nel ‘45, a guerra finita, e gli furono aggiunte delle scene finali sui campi di concentramento.

Sin dall’avviso scritto del regista in uno dei primi fotogrammi si avverte la sua ironia : il pubblico è pregato di non manifestare in sala i propri turbamenti rispetto alle scene cruente e ai crimini terribili che vedrà sullo schermo, ed è pregato di rielaborarle a casa propria. A parte altre vignette ironiche che ogni tanto compaiono, il film è in buona parte un docufilm: vengono narrati da varie voci fuori campo gli avvenimenti del partito nazista e del suo capo, mentre sullo schermo si susseguono scene vere filmate in quegli anni, dalle lunghe parate del partito ai discorsi di Hitler. Poi il film inizia a zoomare su vari episodi, come il processo all’incendiario del Reichstag e la notte dei lunghi coltelli, fino addirittura a concentrarsi sulla reazione di una famiglia borghese al patto Molotov-Ribbentrop, il patto di non aggressione con l’Unione Sovietica, giudicato da molti come il tradimento più grande di Hitler, che da sempre si proponeva di combattere il comunismo.

Del film  americano  invece è notevole la precisione nella ripercussione storica  dell’ascesa del nazismo e delle vicende del Fuhrer:dalla carriera di Hitler nell’esercito al totalitarismo imposto dal suo partito, dalla crisi economica al riarmo, dalla propaganda ai turbamenti amorosi del Fuhrer. Vera e documentata è infatti la relazione del Fuhrer con la nipote Geli, ma sulla sua morte ancora non ci sono sicurezze: i giornali di allora parlarono di suicidio, mentre nel film la sua morte è a opera proprio dallo zio, tesi supportata da alcune testimonianze e dalla sepoltura della ragazza in un cimitero cristiano, in cui non si accettano suicidi …

Il film americano si concentra di più sull’elite ristretta di nazisti a capo del partito, sui rapporti fra i gerarchi del nazismo con il loro capo: in certi momenti il regista John Farrow rappresenta Hitler come un ingenuo nelle mani di una banda di gran lunga più intelligente di lui. Himmler, Goebbels, Strasser, personalità descritte magistralmente dal regista, furono sicuramente importantissimi nella storia del nazismo ma non tanto, secondo gli storici, da comandare il loro amato Führer.

Si è rivelato decisamente istruttivo vedere i due film e confrontare le visioni di un paese, come la Francia, vicinissimo geograficamente al nemico e subito sopraffatto e di un altro, intervenuto nella guerra come “salvatore” delle vecchie potenze occidentali, lontano fisicamente dal conflitto ma capace di dirigendolo ideologicamente, e dal ‘41 anche militarmente.

Laura Cacciamani