Non siamo solo noi spettatori degli anni Duemila, oggi, a riscoprire i Lumière. Nel corso degli anni alcuni protagonisti del cinema, intellettuali e autori, hanno riflettuto sulla nascita del cinematografo e sul ruolo dei due fratelli nella storia della settima arte. Qui a seguire alcune dichiarazioni recuperate per l’occasione.

JEAN-LUC GODARD
Dimentichiamo il fatto che Lumière era contemporaneo di Manet, e che fu uno dei grandi impressionisti con Degas, Renoir, Bonnard. E invece lo si classifica come un tecnico del cinema. Al contrario, egli ha inventato il cinema perché fu un impressionista a modo suo. Le scene scelte da Lumière erano le stesse, riprendeva un tramvai come Monet dipingeva la Gare de l’Est o la Gare du Nord.

HENRI LANGLOIS
C’è stato un tempo in cui il cinema sbucava dagli alberi, sorgeva dal mare, in cui l’uomo con la magica macchina da presa si fermava sulle piazze, entrava nei caffè, in cui tutti gli schermi spalancavano una finestra sull’infinito. Era il tempo di Louis Lumière. […]
Tutto ciò che intendiamo oggi come cinema – le opere, il pubblico, l’industria, la produzione, la creazione e la distribuzione –, tutto comincia con Louis Lumière. La scoperta del cinema si colloca esattamente il giorno in cui Louis Lumière piazza la sua macchina da presa davanti alla fabbrica del padre, inventa e mette in quadro la sua immagine, aggiunge qualche ‘condimento’ al gruppo di operai che stanno finendo di lavorare, per renderla più vivace senza alterarne la naturalezza, e filma l’uscita dalle officine Lumière. La macchina da presa non poteva che nascere da un demiurgo capace di essere nello stesso tempo un inventore e un creatore, uno scienziato e un artista, un industriale e un regista, un operatore e un fabbricante, un bricoleur e un analfabeta. In questo senso Louis Lumière supera Chaplin: nella misura in cui Chaplin utilizza uno strumento che non è stato lui a concepire. È nella misura in cui Louis Lumière è al contempo Mozart, Paganini e Stradivari, che egli è il padre del cinema.

 

WIM WENDERS
All’incirca settant’anni fa, per la prima volta, un uomo ha costruito una macchina da ripresa capace di catturare il movimento attraverso una serie di immagini in successione, e quindi ha potuto rivedere su uno schermo quel che prima aveva visto attraverso la lente dell’obiettivo: qualcuno che gira la testa, nuvole che passano nel cielo, fili d’erba che tremano, un viso che mostra il dolore o la gioia. Quell’uomo avrebbe capito Mouchette di Bresson. E sarebbe stato felice d’avere inventato qualcosa che può essere usato per creare tanta bellezza.

 

JERRY SCHATZBERG
Penso che se tornassi in Russia, a cercare le mie radici e quel che resta della mia famiglia d’origine, probabilmente scoprirei molte cose su me stesso, e sempre di più ne verrei a sapere incontrando i membri della mia famiglia. È più o meno questo che è accaduto quando ho visto i film dei fratelli Lumière. In un certo senso loro sono la mia famiglia, ed è straordinario vedere che cosa hanno fatto e detto. I loro film possono dirci molto su noi stessi.

 

MAURICE PIALAT
Nella storia del cinema sono numerosi i punti di fuga in cui, di colpo, sappiamo d’essere davanti a qualcosa di straordinario. L’esempio più bello è Lumière. E riguarda una cosa persino più importante del fatto d’avere inventato la proiezione. Perché quel che accade, con Lumière, è una sorta di miracolo. Lumière, come realista, è campione in ogni categoria. Eppure io trovo che i suoi film appartengano al fantastico. Quel fantastico che dovrebbe essere di tutti i film, ma che dopo Lumière non c’è stato più. Si è logorato, si è usurato, perché, dopo, tutto è stato trucco. Il cinema di Lumière mostra la vita come non si era mai vista. Lumière non è realista, il suo è il regno del miracolo. E tuttavia, i suoi film sono la realtà, per la prima volta. Un’ingenuità e una purezza che, dopo di lui, si sono perdute.

 

CLAUDE LELOUCH
La vera storia del mondo inizia nel 1895. Prima si raccontava ciò che si vedeva. Con la parola, a far da padrone è la menzogna. Con le immagini, i bugiardi hanno avuto più difficoltà a distorcere la realtà. Per me il cinematografo è dunque la più bella invenzione di tutti i tempi. Non è la settima arte, ma la prima: la vera memoria del mondo. La forza dell’immagine e no comment. Un viaggio senza audioguida! Poi questo vettore di verità si è trasformato in una macchina per raccontare storie. La magia è diventata un’altra. Ho per i fratelli Lumière una riconoscenza sconfinata. Senza di loro non avrei mai avuto questi piccoli momenti di verità, questi momenti magici che fanno la mia felicità, e mi ricordano i loro primi film: un minuto di pellicola in cui era la vita stessa a mettersi in scena.

 

PAUL VECCHIALI
Bisogna fare come i film Lumière: reinventare il cinema in ogni film.

 

BERTRAND TAVERNIER
Stephen Frears ha ragione quando dice che “hanno inventato tutto”. I carrelli, sistemando la macchina da presa su una chiatta o su un treno; o il primissimo piano, in quel film dove l’operatore inquadra in modo estremamente ravvicinato il volto di un rematore. E anche la suspense: ce la faranno i Krémo a finire il loro numero entro i fatidici cinquantotto secondi? I fratelli Lumière hanno immaginato l’inquadratura e il movimento. In due parole, hanno inventato la mise en scène.