In occasione della serata di presentazione del film 9×10 Novanta di Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher, Roland Sejko, Cinefilia Ritrovata ama ricordare anche il sito dell’Archivio Luce, dovo sono disponibili per visione e lettura documentale migliaia di filmati e riprese. Qui invece il sito generale dell’Istituto e della nuova holding, con molte news e approfondimenti. Ed è espressione di Cinecittà Luce anche la sempre più utile rivista di Gianni Canova, 8 1/2 , che consiste sia in un mensile cartaceo sia in un blog da leggere qui. Infine, va ricordato che a Roma è tuttora in corso una mostra dedicata ai 90 anni del Luce (1924-2014), di cui riportiamo la presentazione. Segue.
1924-2014. A novant’anni dalla fondazione dell’Istituto Luce, il Complesso del Vittoriano ospita dal 4 luglio al 21 settembre la mostra LUCE-L’immaginario italiano, per celebrare una delle più grandi imprese culturali del Paese, un luogo di elezione della sua conoscenza storica, e il deposito materiale di beni immateriali: le memorie, i segreti, i sogni dell’Italia dai primi del ‘900 al presente.
L’esposizione è ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e della Regione Lazio, e in collaborazione con Roma Capitale nell’ambito dell’Estate Romana 2014. È curata da Gabriele D’Autilia (curatore scientifico e testi) e da Roland Sejko (curatore artistico e regia video). L’organizzazione generale è di Comunicare Organizzando.
Nato nel 1924 come L.U.C.E., L’Unione Cinematografica Educativa, con l’intuizione e l’intento di raccontare l’attualità del Paese, della sua società e del mondo attraverso l’ancora nuovo linguaggio delle immagini in movimento, e ribattezzato con Regio decreto l’anno seguente, l’Istituto Nazionale Luce venne presto sostenuto con forza e controllato da Benito Mussolini, che ne comprese e sfruttò le enormi potenzialità divulgative e politiche.
Dopo 90 anni e una vicenda che ha accompagnato in parallelo e continuità tutta la recente Storia d’Italia, quell’intuizione è diventata oggi la più antica istituzione di cinema pubblico al mondo e, con un archivio di decine di migliaia di filmati e tre milioni di fotografie, un patrimonio di immagini impareggiabile per quantità e ricchezza di temi. Tanto da meritare nel 2013 l’ingresso per il fondo ‘Cinegiornali e fotografie dell’Istituto Nazionale L.U.C.E.’ nel Registro Memory of the World dell’UNESCO.
Un bene italiano divenuto bene mondiale.
Per raccontare questa evoluzione, ‘Luce–L’immaginario italiano’ si muove su due binari ideali: come l’Italia si è rappresentata nei decenni attraverso le immagini del Luce, e come l’Italia si è rivelata, confessata, svelata attraverso e nonostante le immagini delle sue rappresentazioni ufficiali.
Dal suo esordio il Luce ha provveduto a rivelare l’immagine degli italiani a loro stessi, e a fornire una conoscenza di base del Paese. Grazie ai ‘cinegiornali’ Luce, milioni di cittadini dagli anni ’20 in poi hanno potuto vedere e scoprire per la prima volta città, geografie lontane, popolazioni sconosciute, forme sociali e culturali differenti. La nascita di un’opinione pubblica in Italia passa di qui, insieme alla stessa formazione di ‘luoghi comuni’.
È su questo terreno condiviso ed elementare che il fascismo poté promulgare le sue propagande e il suo controllo. Ma anche che il Paese uscito dalla guerra riuscì a testimoniare gli sforzi e la spinta civile della ricostruzione, e gli sviluppi di una nuova società democratica e di massa avviata alla modernità. Di questo aspetto educativo, informativo e propagandistico, il Luce fornisce milioni di documenti. Il Paese ‘si mette in posa’.
Ma la mostra racconta anche il rovescio di quell’immagine. Per la natura realistica del cinema e della fotografia, allo spettatore di ieri, e ancor più a quello di oggi, non poteva e non può sfuggire la retorica (e a volte la goffaggine) delle ‘pose’ di Mussolini nei suoi comizi; o la povertà e la fatica dei contadini messi in scena sorridenti davanti all’obiettivo, e lo sconforto dei soldati in una guerra che si raccontava trionfale, mentre si subiva una sconfitta.
E l’ironia di uno speaker sulle donne lavoratrici negli anni ’50, la compostezza dei rappresentanti dei partiti politici, i volti allegri dei giovani in una festa o in una manifestazione, rivelano in controluce i sommovimenti e le richieste di una nuova età di diritti.
In tutti questi rovesci dell’immagine il Paese svela e confessa il suo intimo. Il suo immaginario.
LA MOSTRA
Nel racconto di questo autoritratto della nazione, ‘LUCE–L’immaginario italiano’ è concepita con un approccio espositivo non statico, ma come un flusso continuo di immagini. Il percorso della vasta Ala Brasini del Vittoriano parte dal concetto e dalla forma di ‘strip’: grandi pannelli organizzati secondo un ordine tematico-cronologico, su cui in più di 20 schermi sono proiettate speciali videoinstallazioni, montaggi realizzati ad hoc di centinaia di filmati dell’Archivio storico Luce.
Accanto alle immagini in movimento, più di 500 splendide fotografie dell’Archivio fermano dettagli e momenti significativi, mentre pannelli di testo approfondiscono l’analisi storica e linguistica dei video. Un percorso visivo e uditivo di notevole impatto, che fa sì che ogni visitatore si confronti con un’immagine differente, e in cui ciascun video dialoga con quelli vicini per analogie e differenze.
Una serie di parole-chiave lega l’itinerario. Si va così dagli anni ’20 di città/campagna, ai ’30 di autarchia, uomo nuovo, architettura, censura e propaganda. Si arriva a Guerra e rinascita, Cassino (icona della brutalità distruttiva delle guerre), vincitori e vinti (con sequenze poco conosciute e straordinarie, anche a colori, dell’ingresso degli alleati non solo a Roma, ma anche nelle profondità del Paese), modernità/arretratezza (un parallelo significativo di immagini dell’Italia anni ‘60), giovani, economia, corpi politici, neotelevisione, e tante altre.
Alcune speciali ‘camere’ mostrano aspetti specifici e suggestivi. La ‘camera delle meraviglie’ è un omaggio ai viaggi per il mondo compiuti dagli operatori Luce; la ‘camera del Duce’ disegna un’imperdibile antologia delle retoriche e dei silenzi di Mussolini, ed è contrapposta alla ‘stanza del Paese reale’, un commovente viaggio nei volti degli italiani negli anni ’30. E nel grande spazio centrale dell’Ala Brasini, le immagini proiettate in quattro schermi di 6 metri di altezza giocano con la pura bellezza delle forme e di colori grafici sui filmati, in una vera festa per lo sguardo.
L’ultimo spazio dell’esposizione è infine interamente dedicato al Cinema: con centinaia di foto di registi, attori, set, e una preziosa selezione di trailer e backstage di film.
IL LIBRO
Non una guida e più di un catalogo, il volume “LUCE–L’immaginario italiano”, si presenta come un proseguimento del lungo viaggio nella storia dell’Istituto Luce, e del secolo che ha fotografato. Curato da Gabriele D’Autilia, docente di Fotografia e Cinema presso l’Università di Teramo, con una preziosa prefazione di Dacia Maraini, edito da Rai Eri con Istituto Luce-Cinecittà, il libro, in 350 pagine di testi (in italiano e inglese) e centinaia di splendide immagini in bianco e nero, riflette il senso profondo della Mostra: sfogliando le fotografie dell’Archivio Luce è possibile leggere le diverse pieghe del viaggio dell’Italia nel Novecento.
Capitoli tematici articolati cronologicamente al loro interno, raccontano le tante tappe di questo viaggio: Avventure, Propagande, Corpi politici, Paese reale, il Bel Paese, Donne, Linguaggi, Stelle, Italiani e italiane. Voci di un Paese che vediamo conquistare nei decenni individualità, diritti, conoscenze, progressi economici e civili, e combattere continuamente con mali storici come le retoriche, i populismi, le diversità geografiche e sociali nel proprio sviluppo, il degrado paesaggistico, le contraddizioni stesse del progresso.
Parole e immagini che fanno pensare come l’Italia del 2014 somigli, e provenga, da quella sfogliata nelle fotografie splendide, e rivelatrici, del libro.