Chi ha detto che Zurlini non merita un aggettivo tutto suo? La ricca retrospettiva su Valerio Zurlini al cinema Lumière permetterà di riflettere nuovamente su un regista che, al pari di alcuni altri, continua a mantenere una posizione troppo defilata nella storia del cinema. Un altro di quelli adottati più dalla critica francese che da noi, eppure emiliano, partigiano, indipendente, moderno come pochi altri.Solo 8 lungometraggi per un raffinato autore, erudito in storia dell’arte, e capace di film orgogliosi tra anni Sessanta e Settanta da Estate violenta a La ragazza con la valigia, da Cronaca familiare a La prima notte di quiete. Pur insignito di Nastri, David e Leoni d’Oro, a Zurlini è sfuggita in vita una consacrazione cinefila, che sta giungendo ora grazie a retrospettive mondiali, alla riscoperta del suo stile corporeo e intenso, all’attenzione storica delle riviste più irriverenti. A rilanciarne recentemente le sorti, un bel volume.