Europa ‘51, film  di Rossellini  del ‘52 è un film complicato sotto molti punti di vista. La trama di per se è lineare, ma i significati tra le pieghe di questo film sono vari e di dubbia interpretazione. Da un evento tragico come la morte (volontaria) di un figlio piccolo vediamo lo sgretolamento di una famiglia borghese: la tristezza mista a senso di colpa della madre del piccolo (Irene, alias Ingrid Bergman) la portano a fare scelte e azioni completamente in disaccordo con il suo passato, che la allontaneranno sempre di più dalla sua famiglia. È qui  che iniziano le complicazioni: Irene compie numerose opere di bene, facendosi portatrice di un amore puro, un amore per il prossimo, un amore che si avvicina per molti sensi alla carità cristiana.  È quindi l’amore che la muove a comportarsi in questo modo oppure l’odio, come dice la stessa Irene verso la fine del film? L’odio per se stessa, per il suo comportamento prima  di svegliarsi:  svegliarsi dalla sua vita precedente,  da quell’ambiente facile, familiare, borghese, con risorse economiche sufficienti per avere quella sicurezza data soprattutto dal denaro.

È complicato definire da quale parte la bella Irene si schieri, infatti ella  sembra prendere  le parti di tutti e di nessuno: come dice lei stessa, bisogna non essere legati a niente e a nessuno per amare veramente  tutti, per fare del bene a tutti.

Irene, e quindi Rossellini, non riesce – ma soprattutto non vuole- schierarsi con alcuna fazione, e proprio per questo il film destò molto scalpore quando uscì, fu criticato  dalla critica , poiché  parve che il regista volesse litigare con tutte le autorità del momento. La curia e il cattolicesimo in primis: la protagonista Irene non rifiuta la religione o rinnega Dio, ma vede la religione in una maniera ancora più avanzata di quanto la vedeva la curia di quel tempo, arrivando anche  a discutere  con un prete. Infatti  nel film la Bergman prova ed esprime un amore che dovrebbe coincidere con quello cristiano, eppure neanche un prete riesce a capire le ragioni del suo comportamento troppo buono e altruista, e come tutti la considera impazzita,  ponendo così  la chiesa di allora sotto una cattiva luce.

Irene inoltre denuncia un’altra  potenza che stava per nascere in quell’Italia del 51: il comunismo. Le idee che all’inizio ella sembra condividere con Andrea, cugino di suo marito e convinto comunista,  non la convincono più dopo aver visto il duro lavoro della fabbrica. Inoltre il seguente menefreghismo di lui nei confronti del triste destino di lei contribuiscono a mettere in cattiva luce il comunismo. Per ultima anche la società borghese ne esce sconfitta: suo marito, sua madre, le sue amiche altolocate, nessuno cerca di capire i suoi gesti, tutti preferiscono allontanarla considerandola pazza.  Rossellini in Europa ’51 fa molte denunce, poche delle quali, se non nessuna, furono però ascoltate dalla società di allora, che non apprezzò neanche al botteghino questo straordinario film.

Laura Cacciamani