Non solo lungometraggi tra i tesori del Cinema Ritrovato: per tutta la durata del festival, il pubblico ha potuto (ri)scoprire ed ammirare, con uno splendido accompagnamento musicale dal vivo, Les Vampires, leggendario serial francese poliziesco in dieci episodi, per la regia di Louis Feuillade. Continuando l’omaggio alla Gaumont, storica casa di produzione francese che ne ha curato il restauro, il festival prosegue il percorso cominciato lo scorso anno con un’altra perla seriale di Feuillade, Fantômas che, nonostante l’orario mattutino, ha riempito le sale del cinema Lumière di appassionati di tutte le età. Ed è davvero un piacere affermare che quest’anno la magia si è ripetuta.

Girato tra il 1915 e il 1916 a Parigi, il serial racconta le rocambolesche avventure dei Vampiri, banda di criminali senza scrupoli, dediti al furto e all’omicidio, e i vani tentativi del giornalista Guérande di catturarli. Personaggio di punta della banda, l’affascinante Irma Vep, camaleontica attrice di music-hall nonché maestra di travestimenti. E sebbene il leader della banda sia un uomo, il Grand Vampire, la mente pensante dei crimini è senza dubbio lei. Sotto le spoglie della ladra, l’indimenticata Musidora, che con la sua scaltrezza e carica seduttiva presenta una figura femminile estremamente moderna ed emancipata, affascinate quanto pericolosa. Impossibile non restare ipnotizzati dalla sua interpretazione, dal suo profondo sguardo e dalle sue leggendarie pose teatrali, a testa alta e con le braccia sui fianchi, fasciata nella proverbiale tuta di seta nera.

Indimenticabile tra le séries criminelles, Les Vampire si presenta come un prodotto profondamente moderno e denso di significato. La brutalità e la violenza dei crimini impressionò notevolmente il pubblico della Belle Époque, che tuttavia seguitava ad appassionarsi, segno che qualcosa all’interno della società stava rapidamente cambiando. La celebrazione, inevitabile, della figura del criminale, rappresentava un richiamo all’anarchia che si respirava negli strati più umili della popolazione, dove il fine giustificava i mezzi e il trionfo del bandito, contro cui la polizia poteva ben poco, rappresentava un forte desiderio di rivalsa. La stessa Musidora, inoltre, divenne senza dubbio una figura esemplare e rivoluzionaria per la voglia d’emancipazione delle donne: non era più tempo, ormai, per rintanarsi nel focolare domestico.

Questi e molti altri motivi spiegano il successo senza tempo della serie, capostipite di un genere copiato, ricopiato ed imitato ma il cui fascino continua, dopo cento anni, a catturare milioni di cinefili.

Denise Penna