Volete sapere subito se con il restauro in 8k a 30 fotogrammi al secondo che restituisce il Todd-Ao originale, il bistrattato musical di Zinnemann va rivalutato? Well… direbbero gli americani per prendere tempo. No, Oklahoma! non riesce proprio a funzionare, ma visto che Il Cinema Ritrovato, oltre ai film, presenta copie e offre nuove possibilità di riconsiderare il ruolo di certe opere nella storia del cinema, allora anche questo sontuoso fallimento ha una ragion d’essere cinefila. Zinnemann, nella sua autobiografia, ne ha un ottimo ricordo:
“Un famoso scienziato di Buffalo, il professor O’Brien dell’American Optical Company, aveva progettato un enorme ‘fisheye’ panoramico; nacque così il processo Todd-AO, che fruttò un contratto con Richard Rodgers e Oscar Hammerstein (R&H), i quali volevano girare Oklahoma! nel nuovo formato. […] Per la regia, Mike Todd e Arthur Hornblow fecero il mio nome: R&H parvero gradire la proposta e io non ve devo l’ora di accettare. L’idea di esplorare nuovi modi di fare cinema mi entusiasmava. E poi adoravo Oklahoma! per il radioso ottimismo e la gioia di vivere che aveva saputo infondere nei giorni cupi della Seconda guerra mondiale. Ero così entusiasta che dissi di sì senza consultarmi con Abe Lastfogel e accettai un compenso molto più basso di quel che avrei meritato. Per citare un collega spiritoso, l’intera questione attorno alla quale ruotava il film era se “un cowboy avrebbe o no portato una ragazza di campagna a un ballo”. La possibilità di trasferire un musical di Broadway nei paesaggi sconfinati del grande Ovest e di ambientare i numeri di danza di Agnes de Mille in uno scenario naturale sembra va troppo bella per essere vera. Naturalmente era un progetto pionieristico e c’erano centinaia di problemi da risolvere prima di iniziare le riprese; avevamo a disposizione solo un ‘fisheye’, e anche se ne erano stati ordinati altri e la data di consegna era garantita dovevamo cominciare la lavorazione accontentandoci di quello. Ciò causò nume rosi grattacapi, e alla fine per sicurezza decidemmo di girare simultaneamente un secondo negativo in Cinemascope: insomma, voleva dire fotografare ciascuna scena due volte! […] Oklahoma! era pensato per essere un grande spettacolo. Il film natural mente rende al massimo se proiettato con il procedimento Todd-AO per il quale è stato concepito. Purtroppo tali sistemi di proiezione scarseggiano, e a quel punto il modo migliore per valo rizzarlo è il Cinemascope. […] Lo ricordo come una delle esperienze più allegre e serene della mia carriera e come l’inizio di molte amicizie destina te ad accompagnarmi per tutta la vita”.
Ma la miglior analisi l’ha fatta Eric Maurel, su DVD Classik. Ne strappiamo un pezzo, e perdonate se in redazione non abbiamo nemmeno un secondo per tradurlo dal francese: “Oklahoma est donc une nouvelle comédie musicale qui prend pour cadre et décor le Far West américain après une poignée de prédécesseurs (à peine une dizaine). Elle comporte son lot de cow-boys et de fermiers, le thème d’une des chansons (The Farmer and the Cowman) relatant d’ailleurs les fameuses rivalités qui opposaient ces deux catégories d’hommes de l’Ouest dès le milieu du 19ème siècle. Mais que les amateurs de westerns purs et durs passent leur chemin car l’intrigue sans aucune intensité dramatique ne comporte pas la moindre pincée d’action, le climax du film (hormis le petit coup de folie final perpétré par le personnage interprété par Rod Steiger) étant constitué par une vente aux enchères de paniers garnis ! Autant dire qu’il ne faut pas s’attendre ni à des chevauchées ni à des fusillades, pas même à des bagarres à poings nus (ou tellement vite expédiées) mais à diverses romances et triangles amoureux d’une assez grande mièvrerie. Si le scénario avait été réussi, le film aurait pu être plaisant mais il s’avère d’une indigence totale ; idem en ce qui concerne la mise en scène sans aucune inspiration, incapable de donner le moindre souffle, la moindre ampleur à n’importe quelle séquence. Quant au casting, il n’est pas des plus enthousiasmants. Si Gordon McRae était un très bon chanteur à la voix chaleureuse (son Oh what a Beautiful Mornin qui ouvre le film est merveilleux), il n’était qu’un piètre acteur. Il en va de même pour Gene Nelson qui en revanche (et on ne le répétera jamais assez) était un formidable danseur mais qui n’a malheureusement que peu d’occasions de nous le montrer ici. Shirley Jones, sorte de sosie de Jane Powell, reste assez terne. Quant à la présence de Gloria Grahame et de Rod Steiger, elle est aussi incongrue que celle hypothétique d’un John Wayne nageant aux côtés d’Esther Williams dans une des innombrables comédies musicales nautiques de cette dernière ! Nous n’aurions donc guère été plus étonnés de trouver James Dean à la place de Gordon McRae ; et cette fois ce n’est pas une blague puisqu’il fut réellement auditionné en interprétant la chanson Pore Jud, dixit Fred Zinnemann dans son autobiographie ! Restent Eddie Albert, Charlotte Greenwood et James Whitmore qui font mouche à deux ou trois reprises ; mais tout cela reste bien maigre”.
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